Tasse, pensioni, reddito: tutti i numeri della legge di Bilancio

Dopo quello delle polemiche è arrivato il tempo dei numeri: la Nota di aggiornamento al Def arriva alle Camere fissando il deficit del 2019 al 2,4% del Pil, al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021. Anche per il Pil è prevista la crescita del 1,5% nel 2019 poi dell’1,6% e dell’1,4%, come ha anticipato ieri sera il ministro dell’Economia Giovanni Tria nella lettera inviata all’Unione Europea, nella quale ha auspicato un dialogo “aperto e costruttivo” con Bruxelles.

 La spesa per finanziare il reddito di cittadinanza, misura chiave del governo gialloverde, e delle pensioni di cittadinanza sarà di 9 miliardi (+ 1 destinato al potenziamento dei centri per l’impiego). “L’introduzione del Reddito di Cittadinanza ha un duplice scopo – si legge nella Nota al Def – i) sostenere il reddito di chi si trova al di sotto della soglia di povertà relativa (pari a 780 euro mensili); ii) fornire un incentivo a rientrare nel mercato del lavoro, attraverso la previsione di un percorso formativo vincolante, e dell’obbligo di accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro eque e non lontane dal luogo di residenza del lavoratore”. Quanto alla ‘pensione di cittadinanza’ “sarà prevista per le persone che vivono al di sotto della soglia minima di povertà e verrà modulata tenendo conto della situazione complessiva dei nuclei familiari, anche con riferimento alla presenza al loro interno di persone con disabilità o non autosufficienti”.

Capitolo pensioni, per l’introduzione di ‘quota 100’, sono previsti 7 miliardi di spesa nel 2019. La revisione del sistema pensionistico, si legge nella Nota al Def, mira a “garantire il superamento degli squilibri dell’attuale sistema previdenziale per agevolare il ricambio generazionale e consentire ai giovani di poter avere accesso al mercato del lavoro”. ‘Quota 100’ prevede la somma dell’età anagrafica (62 anni) e contributiva (minimo 38 anni) quale requisito per accedere alle misure previdenziali.

Tra i punti essenziali del programma di politica economica e finanziaria c’è poi la ‘flat tax’, che partirà il prossimo anno e che prevede l’innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato d’imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani. Misura che costerà 2 miliardi. “La riduzione della pressione fiscale – si legge nella Nota al Def – proseguirà anche per effetto del taglio dell’imposta sugli utili d’impresa per le aziende che reinvestono i profitti e assumono lavoratori aggiuntivi”. Dal lato delle entrate, si prevede poi l’abrogazione dell’Imposta sul Reddito Imprenditoriale (IRI), che doveva entrare in vigore nel 2019 con aliquota al 24 per cento e che è ora superata dalla flat tax.

 Scongiurato inoltre l’aumento dell’Iva. “Gli aumenti delle imposte indirette previste dalle clausole di salvaguardia verranno completamente sterilizzati nel 2019 e parzialmente nel 2020 e 2021” si legge ancora nella Nota al Def.

 Il governo attiverà poi, entro la fine di quest’anno “una task force sugli investimenti pubblici”. “Riprendendo le esperienze di altri Paesi, che hanno affrontato con successo problematiche di investimenti pubblici e di gap infrastrutturali simili a quelli italiani – riporta la Nadef – il governo creerà inoltre un centro di competenze dedicato”.

 Tra le altre voci di spesa, sono previsti inoltre fondi per le assunzioni straordinarie per le forze dell’ordine e per i risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie.

Circa Redazione

Riprova

Il Movimento 5 Stelle chiede un monopolio di Stato per la cannabis

Da anni si discute di cannabis in Italia, senza trovare un accordo politico, tanto che …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com