ROMA – La polizia ha arrestato questa notte Simone Borgese, 30 anni, per aver rapinato e violentato una tassista 43enne venerdì scorso. “Ho avuto un raptus e l’ho aggredita” la confessione del romano. Si conclude così la vicenda iniziata venerdì mattina, intorno alle 7, quando Borgese era salito sul taxi della donna per farsi portare in una zona vicino a Ponte Galeria. Qui il 30enne romano ha abusato sessualmente della tassista, obbligandola a un rapporto orale, per poi rapinarla. Subito è scattata la caccia all’uomo che si è conclusa ieri sera, in meno di 48 ore. A incastrare Borgese, oltre all’identikit elaborato dal gabinetto di polizia scientifica, è stato l’aiuto di un collega della tassista. L’uomo infatti ha riconosciuto Borgese dal ritratto perché pochi giorni prima lo aveva accompagnato nella stessa zona di Ponte Galeria, dove vive il nonno di Borgese. Giunti a destinazione, il romano ha detto al tassista di non aver i soldi per pagare la corsa ma che lo avrebbe fatto in futuro, lasciandogli il numero di cellulare come garanzia. Numero su cui poi gli inquirenti hanno fatto verifiche, arrivando all’identità di Borgese. Sono così scattate le ricerche e l’uomo è stato fermato in via Pineta Sacchetti, all’angolo con via Alciato, e portato poi in Questura. Dopo un lungo interrogatorio, Borgese ha confessato dicendo che “è stato un raptus. Non riesco a spiegarmi quello che ho fatto. Non avevo minimamente immaginato che potesse finire così. Quando siamo quasi arrivati a casa mia – continua il romano – ho detto alla donna di girare per un’altra strada, sapevo che lì c’era un viottolo sterrato. Con la scusa di guardare il tassametro, mi sono sporto in avanti, l’ho colpita, ho scavalcato il sedile e l’ho costretta a un rapporto orale. Poi ho preso i soldi e sono scappato”. Dopo essere stato sentito dal pm, alla presenza dell’avvocato, è stato sottoposto a fermo e trasferito nel carcere di Regina Coeli con l’accusa di violenza sessuale e rapina. Nel passato di Borgese anche piccoli precedenti per furto e minacce al compagno della madre.
Alessandro Moschini