A quanto si apprende, dovrebbe tenersi in mattinata un vertice tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Non è escluso che alla riunione prenda parte anche il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli per discutere, tra le altre cose, del nodo Tav.
Luigi Di Maio si presenta al vertice di oggi a palazzo Chigi convinto di “dire no fino alla fine” alla Torino-Lione così come consigliato anche ieri da Davide Casaleggio e nei giorni scorsi da Beppe Grillo. Posizione ferma, quella del vicepremier grillino, che però mette in conto l’opposta valutazione del collega leghista, pressato dai governatori dalle regioni del Nord e da un elettorato che è sceso anche in piazza per difendere la Tav. Alla fine la Torino-Lione verrà quindi salvata da un voto trasversale visto che, schierati per l’opera – oltre alla Lega – ci sono tutte le opposizioni, dal Pd a FdI passando per FI.
La scelta finale verrà presumibilmente demandata al Parlamento, dove il M5S chiederà si metta ai voti un ddl attraverso il quale cancellare la legge obiettivo e archiviare l’opera. Un iter dal tratto identitario destinato però ad infrangersi sui numeri.
Dopo la tregua post elezioni in Sardegna, il capo del governo ha convocato un vertice con i vicepremier e i ministri competenti per trovare un accordo – al momento impensabile – per sbloccare il fascicolo sulla Tav senza far cadere il governo, risultato che non vorrebbe nessuno e che forse favorirebbe solo la Lega.
La Lega spinge per la realizzazione dell’opera ed è disposta, come testimoniato dalla mozione congiunta presentata in Aula con il M5S, a rivedere le spese e il progetto. Ma il Movimento Cinque Stelle non accetta compromessi. No all’opera senza se e senza ma. No alla Tav, no alla mini-Tav . No e basta. I soldi devono essere spesi in Italia e per l’Italia, senza pensare a un progetto vecchio e inefficace che porterebbe all’Italia più costi che benefici. Se i protagonisti del vertice di governo hanno preferito celarsi dietro un saggio silenzio prima dell’incontro, qualche coraggioso del M5S ha deciso di far sentire la propria voce.
Intanto Nicola Zingaretti ha scelto la Tav come primo atto da segretario Pd. E’ andato a Torino da Sergio Chiamparino. Per parlare di Tav e di tutto quello che significa: infrastrutture, blocco dei cantieri, indotto, imprese, posti di lavoro. “La Tav è un simbolo nazionale di come non ci si deve comportare rispetto alle aspettative di futuro di un grande Paese come l’Italia”, dice all’Adnkronos il neo segretario, dando subito seguito alle parole di ieri, dopo la vittoria ai gazebo. “Siamo convinti di poter mettere in campo idee migliori per gli italiani rispetto a questo governo illiberale e pericoloso”.
E così oggi ha preso l’aereo ed è volato a Torino per puntare il dito su un punto sensibile per Lega-M5S. “L’Italia deve ripartire abbiamo alle nostre spalle nove mesi di propaganda, parole, confronto, selfie ma questo paese è di nuovo in ginocchio, la produzione industria è crollata il fatturato delle aziende è fermo e i cantieri del paese sono fermi”. E ancora: “La Lega di Salvini è contro gli interessi del Nord”.
Al via poi a Palazzo Chigi il vertice di governo convocato per fare il punto sulla Tav. Presenti alla riunione il premier Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, e il ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli.
“Se Chiamparino utilizzasse meno la Tav per la campagna elettorale, darebbe una mano a tutti. Detto questo credo che i bandi vadano fatti, altrimenti il rischio di perdere 300 milioni di euro è concreto”, ha affermato il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, ospite di Radio anch’io.
“Guardi io non mi occupo di trovare il compromesso sulla TAV. Detto ciò se bisogna andare a casa perché noi non vogliamo buttare soldi per opere vecchie io non vedo il problema”, ha detto Stefano Buffagni, parlamentare del Movimento 5 Stelle e Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ad Agorà.
“Il trasporto pubblico locale efficiente non è affatto alternativo alla Tav”, ha affermato il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ospite di Radio anch’io. “Quando si discute di Torino-Lione, stiamo parlando del nodo più complesso di un corridoio europeo, 57 chilometri per far sì che una linea dell’Ottocento diventi una linea del futuro. E se non passa dal Moncenisio, il corridoio passerà di là delle Alpi tagliando fuori l’Italia”.
“Quella dell’11 marzo è una scelta aut aut: io dico si facciano partire i bandi, altrimenti sarà significativo del fatto che non i 5 stelle, la cui posizione è nota da tempo, ma la Lega non è affidabile per la realizzazione delle infrastrutture e delle grandi opere che servono al Nord del Paese”, aggiunge Chiamparino