E’ muro contro muro tra Lega e M5S sulla Tav. Di Maio e Salvini hanno posizioni distanti e nonostante le cinque ore di vertice nessuno dei due ha fatto un passo indietro. I due vice premier si giocano la credibilità politica e forse anche la tenuta del governo gialloverde nonostante quasi tutti escludano una crisi di governo. In mezzo c’è il presidente del consiglio che nonostante abbia espresso ‘forti dubbi da condividere con Francia e Ue’ sulla realizzazione dell’opera comprende che la sua esperienza a palazzo Chigi sta diventando un campo minato. Ma i due azionisti di maggioranza oggi più che mai sono davvero lontani perché i due vice premier devono fare i conti con il proprio elettorato. La posta in gioco è alta.
“Non sono disposto a mettere in discussione il nostro no alla Tav”, dice Luigi Di Maio all’assemblea M5S, che ha risposto con un lungo applauso. “Per noi i bandi devono essere sospesi proprio perché stiamo ridiscutendo l’opera, come previsto dal contratto”. “Per me fa fede analisi Mit, che dice che è negativa l’opera”. “Di Maio dice di no? Vediamo chi ha testa più dura”, ha aggiunto poi. Al no di Di Maio arriva il sì di Salvini. “Ci sono due posizioni diverse tra Lega e M5S. Io sono favorevole, i 5 Stelle no. Abbiamo speso soldi per scavare tunnel di chilometri per farci passare un treno che è più sicuro e inquina meno e nessuno mi farà cambiare idea su questo, nessun ministro della Lega firmerà per bloccare i lavori”.
Insomma,la Tav potrebbe portare ad una crisi di governo. Una eventualità non esclusa da Matteo Salvini anche se, poi, smussa le paroel. “Se qualcuno mi dice che non servono i treni, anch’io vado fino in fondo, se devo andare fino in fondo, vado fino in fondo”. Però, ha aggiunto, “io farò di tutto per evitare la crisi”. “Si parla della revisione del progetto, è giusto chiedere ai francesi più soldi e anche all’Europa, si possono tagliare alcune mega infrastrutture che potevano avere senso 20 anni fa e oggi no, sono disposto per carattere a rivedere, a migliorare però nessuno sulla faccia della terra mi convincerà mai che è meglio spendere soldi per chiudere un buco invece che per finirlo e farci passare un treno”, sottolinea il leader del Carroccio.
E a gettare benzina sul fuoco ci pensa il ministro dei Trasporti, Danilo Toninrlli. “Lo stato di avanzamento dei lavori definitivi è zero – ha spiegato -. La Francia non ha alcuna intenzione di finanziare la sua tratta prima del 2038. Cade quindi la motivazione per finanziare il tunnel di base. Siamo noi col nostro sforzo ad aver finora garantito a Telt che partano i bandi”.