Dubbi. Dubbi e ancora dubbi. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non è convinto di quanto è stato scritto nella relazione sull’analisi costi-benefici sulla Tav. “Non mi ha convinto”, dice il numero uno della Lega a margine della presentazione del rapporto sulle Agromafie di Coldiretti. Storce il naso: quei numeri potrebbero essere non del tutto veritieri e quindi per l’Italia ci sarebbe la convenienza a realizzare la Torino-Lione. Infatti, “più veloci viaggiano le merci e le persone e meglio è”. Posizione chiara quella del ministro dell’Interno che vuole la realizzazione dell’opera. “Chi l’ha già letta – ribadisce Salvini – mi dice che ci sono dati un pò strani che ci confermano l’idea di andare avanti”. E ancora: “Ho il rispetto del lavoro di tutti, ma io resto della mia idea”. Ora la decisione è tutta politica perché su questo progetto si giocano importanti equilibri di governo. Per non fare diventare la Tav, che va ad incastrarsi con la decisione della Giunte per le Immunità sul caso della nave Diocitti, il ‘casus belli’ per la fine anticipata del governo gialloverde prende quota, giorno dopo giorno, l’idea di un referendum nazionale. “Io sono sempre favorevole ai referendum ma ora mi sto occupando di latte, pastori e Sardegna”. Un modo ‘semplicistico’ per non assumersi responsabilità politiche. Il ragionamento in corso tra le forze di maggioranza è semplice: la Lega vuole la Tav, i 5Stelle no allora per evitare ‘capriole’ politiche che potrebbero non essere capite dalle rispettive basi elettorali facciamo il referendum e rimettiamoci al volere del popolo sovrano.
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