Tav, Siri: “Nessun dietrofront, avanti anche col Tap”

“Non abbiamo mai discusso uno stop della Tav. Nel nostro contratto si parla di ridiscussione del progetto. Questa non è un’opera periferica ma fa parte di un corridoio europeo e, se non la facciamo, rischiamo di tagliare fuori l’Italia dai collegamenti strategici verso ovest. Tutto si può migliorare per carità, ma temo che uno stop comporti più costi che benefici”. Così il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Armando Siri, in un’intervista a Qn, che a proposito del gasdotto Tap aggiunge: “Equivoci e non detti sono il 98% delle cause dei conflitti. Al primo posto ci deve essere l’interesse generale del Paese, che non può essere tagliato fuori dallo sviluppo del continente”.

“Noi vogliamo che le rotaie diventino un’opportunità concorrenziale con la gomma – spiega Siri -. Per riuscirci dobbiamo rafforzare l’alta capacità delle merci e l’alta velocità”. “Mazzoncini e il cda hanno lavorato a un progetto e una mission ormai non compatibile con le linee guida del nuovo governo. Noi vogliamo che la priorità di Ferrovie sia quella di garantire un trasporto dignitoso ed efficiente a tutti, anche ai pendolari. Per noi è fondamentale che, oltre ai soldi, ci sia anche un cronoprogramma con le priorità”, aggiunge Siri, che sulla fisione Fs-Anas parla di “scelta senza senso, anche perché possono comunque lavorare insieme. Se il problema sono, invece, i debiti Anas che pesano sui conti dello Stato, nessuno ci vieta di farla uscire dal perimetro delle aziende pubbliche”. Quanto alla possibilità di riuscire a scorporare gli investimenti in infrastrutture dal deficit, “Conte e Savona appoggiano pienamente questa nostra battaglia e credo ci siano buone opportunità per ottenere lo scorporo almeno su un numero di opere che indicheremo come prioritarie”, spiega il sottosegretario, “oltre alle principali infrastrutture, mi sta a cuore ottenere lo scorporo totale sul recupero dei centri storici urbani”. Alitalia, conferma infine Siri, “resterà italiana. Coinvolgeremo un azionariato industriale che possa garantire ad Alitalia un futuro di crescita senza doverci ritrovare tra due anni a dover ricapitalizzare con soldi pubblici. E individueremo anche il partner più idoneo per sostenere la mission strategica della compagnia”.

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