E alla fine Carlo Tavecchio ha pianto. Di commozione, di gioia, forse anche di rabbia. Un mix di emozioni comprensibile dopo le critiche, la tensione e lo stress di questa campagna elettorale alla fine vinta. La vittoria del presidente della Lega Nazionale Dilettanti nonostante tutto è stata netta con il 63.63% delle preferenze, pari a 310.12 voti, contro il 33.95% di Albertini fermo a 165.47 voti. Appena eletto Tavecchio ha ringraziato “coloro che mi hanno confermato la fiducia e fatto sentire il loro appoggio anche in momenti difficili e anche coloro che legittimamente hanno espresso valutazioni diverse” e ha parlato di questa elezione come di “una dimostrazione di grande serietà e comportamento di democrazia”. E mentre lo sconfitto parla di “Trionfo del corporativismo”, Tavecchio spiega a chiare lettere: <<Sarò il presidente di tutti>>. Chiarendo che “Le riforme possono farsi solo insieme e non esistono uomini della provvidenza o ricette magiche. Esiste invece solo la cultura del lavoro”. Da qui l’invito a tutte le componenti ad “abbandonare divisioni e mettersi all’opera” per rilanciare il calcio italiano, a livello di club e a livello di Nazionale. Prima tema caldo e urgente è proprio quello della scelta del nuovo commissario tecnico. Una corsa contro il tempo se è vero che Tavecchio non ha parlato con nessuno anche perché i primi impegni si avvicinano e serve una guida, forte. Come Antonio Conte, il prescelto che però sembra restio. E allora spera Mancini, pronto a rispondere “presente” ma forse osteggiato da Lotito con Zaccheroni allora pronto a provare a inserirsi in questa lotta.
Sebastiano Borzellino