Al Teatro Brancaccio di Roma, da domani e fino al 14 dicembre, andrà in scena “Stomp”, creato e diretto da Luke Cresswell e Steve Mc Nicholas, con coreografie dello stesso Cresswell. E’ pura magia da palcoscenico e ballerete sulle vostre poltrone, ha siglato il Sunday Telegraph, e dello stesso avviso è il New York Times che lo definisce brillante e molto divertente, ovvero il teatro al massimo della sua seduzione. Con la sua combinazione unica di teatro, danza e musica, questa produzione pluripremiata continua a richiamare pubblico in tutto il mondo”. STOMP trova la bellezza e la sua essenza nella realtà quotidiana in cui viviamo, trasformando scope in strumenti, battiti di mani in una conversazione, bidoni della spazzatura in percussioni; il disordine della vita urbana diventa fonte di stupore e ritmo contagioso. Glynis Henderson Productions è l’originale co-produttore di STOMP, insieme ai creatori dello spettacolo Yes/No Productions e ha prodotto STOMP in tutto il mondo. Lo spettacolo ha girato più di 40 paesi. GHP ha presentato STOMP a Parigi, dove lo spettacolo è rimasto per 43 settimane, riscuotendo notevole successo, così come ha organizzato un tour principale attraverso l’Europa, l’Europa dell’Est e la Scandinavia in associazione con Yes/No Productions. Tra gli altri premi, STOMP ha vinto un Premio Laurence Olivier per la Migliore Coreografia ed è stato nominato per un Premio Laurence Olivier per il Miglior Spettacolo. Dopo l’eccezionale successo delle ultime tournèe in Italia, torna STOMP, uno tra i più rivoluzionari ed entusiasmanti eventi spettacolari degli ultimi anni. Senza trama, personaggi né parole, STOMP mette in scena il suono del nostro tempo, traducendo in una sinfonia intensa e ritmica i rumori e le sonorità della civiltà urbana contemporanea. Con strofinii, battiti e percussioni di ogni tipo, i formidabili ballerini-percussionisti-attori-acrobati di STOMP danno voce ai più “volgari”, banali e comuni oggetti della vita quotidiana: bidoni della spazzatura, pneumatici, lavandini, scope, spazzoloni, riciclandoli ad uso della scelta, in un “delirio” artistico di ironia travolgente.