Teatro Vascello e ‘Anelante’ con Antonio Rezza e Flavia Mastrella

Antonio Rezza è l’artista che fonde totalmente, in un solo corpo, le due distinzioni di attore e performer, distinzioni che grazie a lui perdono ogni barriera, creando una modalità dello stare in scena unica, per estro e a tratti per pura, folle e lucida genialità. Flavia Mastrella è l’artista che crea habitat e spazi scenici che sono forme d’arte che a sua volta Rezza abita e devasta con la sua strepitosa adesione; spazi che abita e al tempo stesso scardina, spazi che diventano oggetti che ispirano vicende e prendono vita grazia alla forza performativa del corpo e della voce di Rezza. Da questo connubio sono nati spettacoli assolutamente innovativi dal punto di vista del linguaggio teatrale”, questa la motivazione ufficiale del premio Leone d’Oro alla carriera, attribuita al duo nel luglio 2018 al Festival Internazionale di Teatro della Biennale di Venezia.

Dopo “Fotofinish” e “Bahamut”, “Anelante” (2015),  è la terza opera teatrale di Antonio Rezza e Flavia Mastrella in scena al teatro Vascello di Roma, l’ultima nel portfolio artistico del duo.

“Anelante” è un altro brillante risultato della ricerca inarrestabile e ossessiva di manifestare l’estraniazione e alienazione dell’essere umano.

Tematiche primarie come infanzia, traumi passati, omosessualità, psicanalisi, pensionamento e politica vengono affrontate in scene sparse, legate con fili invisibili e interposte da momenti ossessivi di apparente follia. Il risultato di questo caos, appunto apparente, è un evolversi cosciente di comunicazione, corporea e verbale, in una circolarità mentale tipicamente “rezziana”, che lo spettatore riconosce e condivide piacevolmente.

Un’ironia mai volgare, una follia mai del tutto folle, un’intelligenza e arguzia affascinano lo spettatore, e la presenza scenica di Rezza e l’energia espressiva del suo corpo lo travolgono, lo stimolano, lo shockano.

Anelante è l’uomo che cerca di parlare del mondo al di fuori di sé, ma si rende conto del vuoto intorno che lo circonda e lo riempie di niente, di vibrazioni corporee che sfogano il suo struggimento. L’uomo anelante non sa ascoltare, non sa leggere, parla senza sosta di sé, e se la prende con sua madre, suo padre, con Freud e con Dio.

L’azione fisica e scenografica è coadiuvata da Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara A.Perrini e Enzo Di Norscia, che non svolgono il ruolo di personaggi, ma piuttosto da manifestazioni e amplificatori della coscienza e del surrealismo “rezziano”.

Una volta fuoriusciti dal teatro, con un senso di stupore, vigore ed eccitazione ci si chiede: “ma di cosa parla questo spettacolo?” …  è’ difficile parlare del teatro antinarrativo di Rezza, forse è giusto non andare alla ricerca di un significato, forse è giusto semplicemente viverlo.

Rimaniamo in attesa del suo prossimo spettacolo, che sarà nel 2020 in collaborazione con il Teatro Vascello, aperta la possibilità di assistere alle prove aperte che si terranno ad Ostia, info sul sito http://www.rezzamastrella.com/.

Con Antonio Rezza
Habitat di Flavia Mastrella
e con
Ivan Bellavista, Chiara Perrini, Manolo Muoio, Enzo di Norscia, Neilson Bispo
Assistente alla creazione Massimo Camilli
Luci e tecnica Daria Grispino, organizzazione Stefania Saltarelli, macchinista Andrea Zanarini

Teatro Vascello
Via Giacinto Carini, 78   Roma

Maria Teresa Filetici

 

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