Telegram, cos’è e come funziona: perché Durov è nel mirino della Francia

Telegram è un servizio di messaggistica istantanea crittografato e gratuito basato su cloud ed erogato dalla società Telegram LLC, una società a responsabilità limitata con sede a Dubai fondata dall’imprenditore Pavel Durov, cittadino franco-russo e attuale ceo dell’azienda, che è stato arrestato a Parigi, appena sceso dal suo jet privato all’aeroporto di Le Bourget, in esecuzione di un mandato della giustizia francese.

In particolare a Durov, che ha fondato anche il social network russo Vk, sono contestate alcune irregolarità di Telegram come la mancanza di moderazione e di cooperazione con le forze dell’ordine, oltre alla presenza di numerosi strumenti, come lo scambio di criptovalute, che renderebbero la piattaforma complice di attività illegali, dal traffico di droga alle frodi.  Tra le caratteristiche di Telegram, che si può utilizzare senza numero di telefono (seppure se ne richieda uno per la registrazione iniziale) e su diversi dispositivi nello stesso momento, ci sono la possibilità di scambiare messaggi di testo tra due utenti o tra gruppi, effettuare chiamate vocali e videochiamate cifrate punto-punto, scambiare messaggi vocali, videomessaggi, fotografie, video, sticker e file di qualsiasi tipo fino a 2 GB. È inoltre possibile programmare l’orario di invio di un messaggio; impostare un timer per l’autodistruzione dei messaggi che permette l’eliminazione automatica del testo una volta visualizzato dal destinatario, così come cancellare messaggi anche per il destinatario, e modificarne il testo dopo l’invio.

Tuttavia, mentre WhatsApp e Signal offrono le crittografia end-to-end di tutte le chat, Telegram garantisce una crittografia end-to-end solo per le chat segrete. Il sistema utilizzato si chiama MTProto ed è una tecnologia nativa, che molti considerano non sicura come Open Whisper Systems, utilizzato da Signal. Con l’end-to-end i messaggi non sono recuperabili dai server, non si possono re-inviare, né catturare la schermata.  Le politiche stringenti sulla privacy adottate dalla società e l’utilizzo di chat criptate hanno fatto di Telegram uno degli strumenti di propaganda più utilizzati dai jihadisti, tanto che nel settembre del 2015 Durov è dovuto correre ai ripari annunciando il blocco di 78 canali legati all’Isis. Per le stesse caratteristiche di rispetto della privacy, Telegram è spesso utilizzato per la condivisione di materiale porno e piratato (film, musica, quotidiani) ed è diventato nel tempo strumento di comunicazione privilegiato di complottisti, movimenti razzisti, misogini e antisemiti sparsi in diverse zone del mondo e movimenti di estrema destra, tra gli altri, i Proud Boys, che vi si sono rifugiati dopo i blocchi su Facebook e Twitter successivi all’assalto al Campidoglio. Anche in questo caso la società ha confermato di aver bloccato “dozzine” di canali neonazisti e suprematisti bianchi con decine di migliaia di seguaci per incitamento alla violenza. 

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