Messina. E’ un appuntamento annuale, eppure è ogni volta è diverso. C’è una voce narrante che lega i quadri ed i quadri raffigurano tutti Messina. Messina della mia infanzia, Messina della mia ignoranza! /Messina “gioie e dolori”, Messina coi figli tutti fuori! /Messina “Picchi a mia?”, Messina e cosi sia / Messina della mia famiglia, Messina della mia anima! E’ “Tempu persu”, in scena venerdì 1° agosto al Giardino Corallo. Cabaret intelligente, cabaret che si realizza in presa diretta, nel contatto e nel dialogo con il pubblico, uno sguardo di uno spettatore, una smorfia, un sorriso, uno sbuffo e lo spettacolo si trasforma, trova una sua nuova vita. Parola di Pietro Barbaro, deus ex machina dello spettacolo, che in questa stagione è già salito sul palco del Corallo con Enrico Guarneri ne “Il malato immaginario” e che tiene particolarmente al suo “Tempu persu”, presentato da “GT Angelo Maio”. Tra le voci che si intercalano dal palco, quella della saggezza, l’età che fa capire l’insensatezza di troppe illusioni e ambizioni, di obiettivi tutti urgenti e nessuno davvero importante. Che racconta l’amore, l’amore epico, l’amore filiale, l’amore in famiglia, quello contrastato, l’amore dei grandi autori e quello dei versi zoppicanti di chi non è scrittore eppure deve cantarlo. E con Barbaro sul palco, per la regia di Giovanni De Francesco, ci sono Ketty Ragno, Pino Ricosta alle percussioni, Felice La Rocca al pianoforte, Angela Cundrò, Salvatore Barbaro, Maria Saccà.
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