Tensione a Roma, scontri al Ministero dell’Economa. Fermati 15 manifestanti

Tensione alta a Roma dopo gli scontri di ieri. Manifestanti e incappucciati, si sono fronteggiati a manifestazione terminata. Tra gli anarchici, gli incappucciati e i  black bloc, anche molte persone arrivbate dall’estero. Estremisti venuti dalla Francia, dalla Germania, dal nord Europa, dalla Grecia e da altri Paesi, che insieme agli italiani hanno contribuito a seminare il panico nella capitale.  Da loro proveniva il pericolo infiltrati che la Questura ha monitorato tanto da rafforzare le operazioni di prevenzione: in 14 sono stati fermati prima del corteo, alcuni francesi con precedenti specifici. Assieme a dire no alle politiche di austerità italiane ed europee, al precariato e a una vita senza casa, alla Bce, alla Tav e al Muos (il sistema radar militare Usa in Sicilia) sono state decine di migliaia di persone. In gran parte giovani ma non solo, portati in piazza dai sindacati di base Usb, dai Cobas già in corteo ieri, dai collettivi studenteschi e dai centri sociali di tutta Italia, dai partiti dell’estrema sinistra come Rifondazione e Comunisti. Canti e balli, musica, ironia, colori, slogan duri e caschi alla cintola si mescolano in modo quasi inestricabile nella galassia dei protestatari.

La più cospicua quella delle lotte territoriali, del fronte del No, No Tav, No Muos, No Expo. I No Tav sono l’avanguardia ideologica, la battaglia più nota. E accanto a loro gli sfrattati e gli squatters, cioè i tanti occupanti del Movimenti per la casa. Poi studenti, disoccupati, lavoratori a termine, cassintegrati, ma anche una quota di romani di tutte le età solidali con loro. Partecipa anche qualche bambino piccolo in carrozzina. E poi tanti, tantissimi migranti, rifugiati, profughi che urlano “Lampedusa”. Tutti da piazza San Giovanni a Porta Pia con almeno un’ora di ritardo per aspettare i compagni controllati dalle forze dell’ ordine su alcuni pullman all’ingresso di Roma. ‘Chiomonte (in Val Susa, fronte dei No Tav, ndr) come Atene’, ‘Cerco una casa tutto l’anno, ma non c’é niente da fare…tocca occupare’, ‘E’ l’ora della rivolta’ e ‘Siamo tutti black bloc’ sono alcune delle parole d’ordine e quanto scritto sugli striscioni della manifestazione. Ce n’é anche per Erich Priebke: qualcuno scrive su un muro ‘Mo’ il vespino me lo batto (prendo) io’, ricordando l’ex capitano delle Ss in motociclo. E l’antifascismo stavolta ha colpito anche i black bloc.

 

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