Tensione Corea: ‘Trump: ‘Pronti a colpire’. Kim: ‘Vi spazzeremo via’

‘Il presidente Trump ci sta portando sull’orlo di una guerra nucleare’, ha affermato il regime di Pyongyang con una dichiarazione diffusa dall’agenzia nordcoreana Kcna poco prima dell’ultimo tweet del presidente americano. Vi spazzeremo via,  si legge nel testo diffuso dai media Usa,  vi cancelleremo dalla faccia della terra. Il comportamento isterico e imprudente di Trump potrebbe ridurre gli Usa in cenere ogni momento.

Ma la Cina rinnova l’invito alla reale e concreta moderazione di fronte al duro scontro in atto tra Usa e Corea del Nord: ‘Tutte le parti dovrebbero fare di più per allentare le tensioni e evitando di prendere iniziative sulla dimostrazione di forza’, ha commentato in una nota il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, diffusa dopo il proposito della Corea del Nord di attacco militare contro Guam. Confermato, infine, il giudizio su una situazione complessa e sensibile.

‘Non c’è una soluzione militare nella crisi con la Corea del Nord e la retorica dell’escalation è la risposta sbagliata’, dice Angela Merkel.

Il numero uno del Pentagono, James Mattis, aveva provato a smorzare i toni del confronto tra Stati Uniti e Corea del Nord, spiegando che l’amministrazione Trump è al lavoro con i suoi alleati per trovare una soluzione diplomatica alla crisi. Diverse le parole del presidente che aveva avvertito Pyongyang: ‘Stiano attenti o saranno guai’.

La Russia ha rafforzato i sistemi anti-aerei dislocati nell’Estremo Oriente del Paese, ovvero nelle aree limitrofe alla Corea del Nord. Lo ha detto il senatore Viktor Ozerov, ex capo della commissione Sicurezza e Difesa a Ria Novosti: ‘Ciò che accade adesso intorno alla Corea del Nord non può non suscitare preoccupazione e spingerci a prendere misure addizionali per proteggere il nostro territorio: le forze aeree e anti-aeree sono state rafforzate. Secondo Ozerov la misura è anche un deterrente per gli Usa.

Secondo un’analisi della ‘Cnn’, mentre gli Stati Uniti uscirebbero vittoriosi da un grande conflitto militare, il rischio sarebbe un coinvolgimento da parte di Pyongyang della Corea del Sud, che determinerebbe molte vittime anche nelle truppe Usa stanziate lì. L’opzione militare è dunque inevitabile? La portavoce della Casa Bianca Sarah Huckabee Sanders ha ripetuto che tutte le opzioni sono sul tavolo, ma ha precisato che se la Corea del Nord va fermata, va fermato il suo programma nucleare anche se non è ancora stato deciso nulla. Non è impossibile, tuttavia, che l’amministrazione di Trump prenda in considerazione un ampio spettro di opzioni militari, sperando così di poter avviare con la Corea del Nord una negoziazione.

 Gli Stati Uniti non rinunciano però alla carta della diplomazia, sperando di raggiungere la soluzione più prudente per fermare il programma missilistico in rapida evoluzione della Corea del Nord e utilizzare l’azione militare solo di fronte a una minaccia imminente. Per Washington una guerra con la Corea del Nord sarebbe infatti ‘catastrofica’, come ha ammesso il segretario alla Difesa americano, Jim Mattis, parlando alla stampa in occasione di un evento a Mountain View, in California. Mattis ha ribadito che il Pentagono si sta concentrando sulla diplomazia, ottenendo risultati in questa direzione.

Il ‘New York Times’, già nel marso scorso, aveva avanzato l’ipotesi di una guerra cibernetica segreta contro la Corea del Nord, parlando di un programma messo a punto dall’amministrazione Obama. Per i giornalisti del quotidiano statunitense, David Sanger e William Broad, se è vero che è tardi ormai per frenare lo sviluppo di armi nucleari nella Corea del Nord, tentare di sabotare i lanci missilistici per via informatica potrebbe essere l’unica difesa possibile. Già nel 2014 sarebbe stato impartito l’ordine di preparare un attacco cibernetico da assestare nel caso del lancio di ordigni nucleari, ma il problema principale è che la Corea del Nord sa nascondere bene agli Stati Uniti tutti i progressi che sta facendo. Ad esempio, è in grado di pilotare rapidamente missili fuori dai rifugi sotterranei e di lanciarli, fornendo ai satelliti Usa poco tempo per osservare le attività di pre-lancio. Pyongyang, inoltre, sta anche diversificando il numero di siti da cui lanciare missili. Tuttavia, fa notare il ‘New York Times’, utilizzare armi cibernetiche – anche in uno Stato totalitario come la Corea del Nord – autorizzerebbe Russia e Cina a fare lo stesso. Disattivare segretamente i controlli atomici di un avversario, potrebbe essere più rischioso che lanciare un attacco preventivo.

 A impartire ulteriori dure sanzioni alla Corea del Nord ha pensato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che qualche giorno fa ha limitato ulteriormente gli scambi commerciali e la possibilità di investimenti per il Paese. Le sanzioni colpiscono le esportazioni nei settori del ferro, del carbone e della pesca e dovrebbero privare la Nordcorea di risorse annuali stimabili in un miliardo di dollari. Emblematica in tal senso è la posizione della Cina. Pechino rifornisce di greggio Pyongyang, tenendo di fatto in vita le raffinerie nordcoreane.

Il Paese infatti non produce né carbone né petrolio e lo importa dall’estero. Se la Cina chiudesse l’oleodotto, troncando i rifornimenti di greggio, l’economia di Pyongyang crollerebbe. Un’ipotesi che appare piuttosto remota, visto che in Nord Corea la Cina ha in ballo diversi interessi. Secondo l’analisi di Jennifer Lind della ‘Cnn’, quello che preoccupa maggiormente la Cina sono gli equilibri precari della penisola coreana. I cinesi temono che una massiccia pressione economica possa far collassare il regime di Kim Jong-un, scatenando il caos nel Paese, e avviando una serie di problemi a lungo termine. Se Pyongyang collassasse, migliaia di rifugiati si riverserebbero verso i confini cinesi, provocando un esodo di proporzioni enormi.

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