Le posizioni dei politici impegnati nel lavoro su terapie avanzate a margine dell’incontro organizzato da FortuneItalia in collaborazione con l’Intergruppo Parlamentare Scienza e Salute, CittadinanzAttiva e #VITA (Valore e Innovazione delle Terapie Avanzate)
Sileri: “Lavorare per rendere accessibile l’innovazione”
Gli interventi dei parlamentari Cattoi, Manca, Noja, Pirro fanno il punto sui prossimi passi da compiere per l’Italia, sia in Europa che a livello interno. Il primo è un intervento normativo per allineare le spese per cassa a quelle per competenza, adottando modello capace di renderne sostenibile il costo per il SSN, quindi l’Istituzione di un Fondo rotativo per il rimborso diretto delle spese sostenute per l’acquisto (da parte dei centri accreditati per la somministrazione) di tali terapie
Armi si, terapie avanzate no. In questo momento in Europa le spese per le prime sono considerate un investimento, quelle per le seconde sono considerate un costo. Sembra una differenza sottile, in realtà non lo è. Perché cambiano i rapporti con le politiche di bilancio degli Stati membri. Le Terapie Avanzate sono la vera nuova frontiera della medicina per la cura delle malattie geniche, quelle rare, ma anche cancro, malattie autoimmuni e malattie infettive. Queste nuove tecnologie nascono infatti dall’idea di usare i geni, alla base del funzionamento delle cellule, come se fossero minuscoli pezzi di ricambio capaci di sostituire le parti difettose. Grazie a questi si possono ristabilire, correggere o modificare le funzioni fisiologiche compromesse nei malati. Ora dunque l’Italia è pronta a fare la sua parte per chiedere un cambio di rotta in questo ambito. Il sostegno è già stato annunciato dal Sen. Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute. Ma anche molti parlamentari impegnati in questo ambito sono intervenuti al convegno digitale “Terapia Avanzate: come arrivare ad un cambio di paradigma sostenibile” è stato seguito dai parlamentari impegnati in questo ambito. L’evento, organizzato da FortuneItalia con l’Intergruppo Parlamentare Scienza e Salute, CittadinanzAttiva e #VITA (Valore e Innovazione delle Terapie Avanzate) il gruppo di lavoro delle aziende impegnate nella ricerca in questo settore, si è svolto oggi a Roma.
“La sinergia a livello politico e tecnico, nazionale ed europeo, sarà cruciale per individuare modelli organizzativi e di finanziamento che garantiscano piena uniformità all’accesso di queste cure”, sono alcune delle parole pronunciate dal Sottosegretario Pierpaolo Sileri.
Ma non sono state le uniche. “Molte delle Terapie Avanzate già oggi disponibili hanno forti elementi di investimento per il sistema sanitario, che vanno valorizzati – gli ha fatto eco il Sen. Daniele Manca, membro della Commissione Bilancio del Senato – È impensabile che l’ultimo aggiornamento del SEC 2010 abbia considerato le spese militari quali spese di investimento, mentre le Terapie Avanzate, che riescono a curare o a trasformare la storia clinica del paziente, ancora non vi rientrino. Con un intervento normativo, si possono allineare le spese per cassa a quelle per competenza, adottando anche per queste spese un annuity model capace di renderne sostenibile il costo per il SSN. Si tratta di una grande opportunità per garantire a tutti il diritto alla salute…spostare una quota della spesa sanitaria verso gli investimenti è indispensabile per garantire al nostro paese una più efficace riorganizzazione della spesa sanitaria”.
“Il Covid-19 – ha precisato l’On. Vanessa Cattoi, Membro Commissione Bilancio della Camera – ci ha insegnato l’importanza degli investimenti sulla salute delle persone e questo deve farci riflettere sulla necessità di un ripensamento della governance della spesa farmaceutica, a partire proprio da quelle Terapie Avanzate che presentano chiari elementi di investimento. Il Parlamento deve contribuire ad impostare un diverso approccio strategico sulla visione futura del Paese e su ciò che può renderlo competitivo, dotando il Governo di adeguati strumenti tramite i quali agire”.
E le opzioni di intervento non mancano di certo. “Per dare seguito agli impegni inseriti nella risoluzione parlamentare sul PNRR – spiega la Sen. Elisa Pirro, Membro Commissione Igiene e sanità del Senato – si potrebbe ipotizzare l’istituzione di un Fondo rotativo per il rimborso diretto delle spese sostenute per l’acquisto da parte dei centri accreditati per la somministrazione di tali terapie, le quali dovranno rispettare determinati criteri di accesso, soprattutto sulla loro capacità di generare benefici diretti ed indiretti sul sistema con effetti pluriennali”.
Per intervenire certamente serve ripensare tutti i sistemi sanitari europei in una visione più lontana e lungimirante nel tempo. “Il Sistema Sanitario italiano ha bisogno di profonde revisioni, sia a livello organizzativo che di prestazione delle cure, al momento altamente disomogeneo su tutto il territorio – spiega l’On. Lisa Noja, Membro Commissione Affari Sociali della Camera –. Dobbiamo dunque cogliere l’occasione data dalle risorse stanziate con il PNRR per rispettare appieno i nostri principi costituzionali e garantire un sistema di cure universalistico e accessibile a tutti i pazienti elegibili. Non è pensabile limitare la platea per non violare convenzioni contabili assolutamente da rivedere”.