Teresa Di Capua, sindaco Bagnoli Irpino, e crisi di maggioranza

 

Auspicavo che questa crisi di maggioranza si potesse alla fine risolvere in una maniera costruttiva e propositiva per il paese e che prevalesse, in fondo, da parte di tutti senso di responsabilità e ragionevolezza per portare avanti gli atti più importanti e utili per la nostra comunità, specie in questa fase storica estremamente difficile per l’emergenza sanitaria, sociale ed economica causata dalla pandemia. Ma così non è stato.

Alla fine, a dominare in alcuni è stato solo ed esclusivamente il personalismo, anteponendo le proprie ambizioni politiche e rivalse personali al senso di responsabilità. Mi sono scontrata con una visione vecchia e stantia della politica, con una riduzione di ciò che significa amministrare che cozza contro i principi di democrazia, condivisione, lealtà, trasparenza.

Ho deciso in totale autonomia di revocare nella giornata di giovedì 22 l’assessore Ferrante e nominare in sostituzione il Consigliere Nello Patrone, che in questi tre anni di mandato ha dato prova di grande impegno e capacità organizzativa, confermando gli assessori Di Capua, Di Giovanni e Varricchio.

È stata una decisione lungamente meditata dopo settimane in cui ho continuato a registrare, all’interno della maggioranza, solo incomprensibili e arroccate prese di posizione da parte di una precisa componente politica su argomenti strategici per la nostra comunità, provocando una situazione di paralisi amministrativa che rischiava di aggravare ancor più le criticità di questa fase. Ho assistito con amarezza all’inverosimile. In una fase tanto difficile anziché avvertire ancor di più il peso della responsabilità necessaria per rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini e affrontare i problemi che interessano la collettività, rappresentanti eletti per amministrare la cosa pubblica hanno tradito il significato profondo del loro mandato elettorale scegliendo di inseguire le logiche della propria parte politica.

Quale guida di questa amministrazione ho lavorato consapevole dell’importanza del ruolo ricoperto e sono sempre stata pronta e disponibile a confrontarmi con serenità ed obiettività con la mia squadra sui temi seri che eravamo chiamati ad affrontare. Ma non ho avuto interlocutori altrettanto seri e consapevoli.

Ho ritenuto incomprensibili e irrispettosi nei confronti della cittadinanza che siamo chiamati a rappresentare, alcuni episodi accaduti, in particolare nello scorso anno e all’inizio di questo, in cui gli ex assessori Di Capua, Ferrante e Varricchio, nominati dal Sindaco in virtù di un rapporto di fiducia, hanno disertato volutamente e ripetutamente sedute di giunta e di consiglio comunale, senza addurre mai concrete motivazioni in merito alla loro assenza, senza formulare mai alcuna loro concreta proposta alternativa.

Hanno perpetrato un  atteggiamento strumentale di rifiuto e di abbandono del dialogo istituzionale nelle sedi previste ogniqualvolta gli indirizzi espressi dal Sindaco e dal restante gruppo di maggioranza si rivelavano difformi dalle loro indicazioni. La loro azione amministrativa si potrebbe tradurre in un aut aut, o riuscivano a imporre le loro scelte o erano assenti, fisicamente e politicamente. Fatto grave e inaudito nella storia del nostro
Comune.

Non esistono giustificazioni perché tutto ciò è avvenuto mentre gli stessi assessori erano chiamati a discutere e decidere in merito ad argomenti strategici non solo per l’attività amministrativa dell’Ente, che non poteva paralizzarsi, ma anche e soprattutto per lo sviluppo economico e turistico della nostra comunità – e mi riferisco in particolare al finanziamento delle seggiovie.

Capite bene quanto sia stato complicato per me lavorare per portare avanti l’iter necessario per garantire un futuro al nostro paese in un clima di stallo amministrativo e di ostilità a livello interpersonale. Sono orgogliosa dell’azione svolta per salvare il finanziamento, nonostante i freni subìti e gli ostacoli affrontati, dato che il destino di Laceno e della nostra comunità vale più di tutto. 

Senza stravolgere le regole democratiche e fermo il principio sacrosanto del rispetto istituzionale dei ruoli, l’organo politico e amministrativo superiore – qual è il Sindaco – deve essere messo nella concreta condizione di poter amministrare e nell’autorevolezza di guidare la complessa macchina amministrativa. Un Sindaco non può sottostare ripetutamente a una logica di contrapposizione. Un Sindaco ha innanzitutto il dovere di
tutelare il proprio ruolo.

Rivendico di aver tenuto testa con determinazione e di aver ottenuto risultati decisivi malgrado tutto ciò. Quanto di buono è stato fatto, è stato fatto nonostante loro.

Queste sono le ragioni della mia doverosa e non più rinviabile decisione di revocare l’assessore Ferrante, in piena coerenza con gli obiettivi della maggioranza consiliare. Come riportato nel decreto n. 3 del 22 aprile, era venuto meno proprio quel rapporto fiduciario sotteso alla nomina per tutti i motivi indicati.

Una decisione presa nella mia completa autonomia, giusta e doverosa per uscire dallo stallo amministrativo in cui, come già in passato, era caduta nuovamente l’azione di governo. La revoca è giustificata, inoltre, da ragioni di necessità politica e di riassetto e bilanciamento di governo tra i due diversi gruppi consiliari attualmente presenti a sostegno dell’amministrazione comunale. Infatti, senza addurre alcuna motivazione, gli ex assessori Di Capua (capogruppo), Ferrante e Varricchio hanno creato di recente un nuovo gruppo all’interno della maggioranza. 

Oltre tutto, nel pomeriggio di giovedì 22 aprile la giunta comunale era chiamata a deliberare, tra i tanti, anche su un argomento di importanza strategica per la nostra comunità, ovvero, l’accordo di collaborazione con la Regione Campania e l’AcaMir per la gestione del finanziamento delle seggiovie.

Ho resistito portando avanti l’azione amministrativa perché costituiva un imperativo inderogabile visto che una eventuale caduta dell’amministrazione avrebbe messo a repentaglio le sorti del finanziamento. Non ho mai mollato perché ero ben cosciente della necessità di mettere in cassaforte un risultato tanto atteso e sperato.

Mi chiedo perché non sia stata accettata questa decisione che vede coinvolta la Regione Campania in un’opera così imponente e delicata e rifletto in queste ore su quali siano state le reali ragioni di una così impulsiva azione di strappo Atto grave di cui rispondere dinanzi alla cittadinanza tutta, prima ancora che alla maggioranza consiliare.

Anche perché erano a conoscenza delle ristrette tempistiche evidenziate dalla Regione Campania e il rischio di perdere un finanziamento storico per il nostro Comune diventava concreto. Non ho mancanze da recriminarmi. Ho scrupolosamente eseguito ogni mossa. Una complessa procedura amministrativa. Se la mia scelta di giovedì è servita anche solo a salvare questo finanziamento dopo mesi in cui non registravo da parte degli ex assessori alcuna sintesi costruttiva e ragionevole, rivendico, ancor di più oggi, con vigore, orgoglio e responsabilità la scelta di definire l’accordo di collaborazione con la Regione Campania
per dare avvio finalmente e rapidamente alla fase esecutiva del bando.

Ora mi auspico coerenza e dignità. C’è un’impellenza economica e sociale da affrontare in prima linea. Occorre il tempo della riflessione e della valutazione lucida e obiettiva nell’ottica unica e suprema del bene comune. Esiste una realtà dei fatti che nessuno potrà cancellare e chi l’ha vissuta direttamente può testimoniarlo.

Questa esperienza di governo è stata assai più complessa di quelle vissute da altri Sindaci nel recente passato. Sfide nuove e difficili ed eredità pesanti da gestire. L’unico rammarico che oggi manifesto è che, senza le battute d’arresto subite a causa dei miei ex assessori, avrei potuto realizzare ancora di più gli obiettivi prefissati, dando nuovo impulso alla nostra realtà locale.

Non verrei mai meno al mio senso di responsabilità: il mio impegno è sempre stato rivolto a voi miei concittadini e lo porterei avanti nel vostro rispetto. Tuttavia, se le circostanze dovessero mutare, avrei la serenità di andare avanti a testa alta nella consapevolezza di aver agito sempre in onestà e buonafede, con competenza e decisione. Che non osino dare una rappresentazione di me come di una giovane donna sola e allo sbando.

Commettereste un errore grossolano. Giovane donna sì ma capace, decisa e libera, senza mentori a muoverne i fili. Mi sono imbattuta in problemi che si trascinano da decenni.

Il futuro di Bagnoli è legato non solo alla realizzazione dei nuovi impianti di risalita: le istanze e le necessità della nostra comunità sono molte e tutte importanti. Non c’è tempo da perdere. Servono risposte efficaci e immediate alle tante questioni pendenti e soprattutto interventi di sostegno alle categorie sociali più colpite dalla pandemia.

Il sindaco Teresa Di Capua

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