Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto terremoto con misure per le zone del Centro Italia colpite dal sisma del 2016. Lo si apprende da fonti di governo. Tra le principali disposizioni previste, il testo dispone la proroga fino al 31 dicembre 2020 dello stato d’emergenza per i territori colpiti.
Il decreto legge sul sisma dell’Italia Centrale in giornata aveva incassato la soddisfazione dei sindaci ma anche qualche mugugno di troppo da parte dei presidenti delle Regioni. Non a caso lunedì tutti i rappresentanti dei territori devastati dal terremoto si erano presentati all’incontro con il governo e con il premier Conte portando sotto il braccio un numero considerevole di emendamenti
.“Avrei preferito, e l’ho ricordato al tavolo con il governo, che il testo del decreto fosse scritto insieme ai protagonisti dei territori, e non fare invece, come avviene tradizionalmente, che prima si scrive un testo e poi lo si sottopone al parere dei diretti interessati”, ha detto il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio, spiegando il suo “malumore”. “Non c’è più tempo da perdere, ora mi aspetto che il governo dia seguito a questo confronto – ha aggiunto – e che dall’approvazione del decreto fino alla sua conversione in legge il tavolo di oggi accompagni il percorso parlamentare e ci si fidi finalmente delle proposte che arrivano in maniera trasversale dal territorio, che sono condivise da presidenti, sindaci e amministrazioni di tutti i colori politici”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Luca Ceriscioli, governatore delle Marche: “Buono quello che è scritto ma è limitato rispetto a tutte le necessità. Dopo tre anni serve uno scatto più forte, speriamo che nella riconversione questo si veda”.
I sindaci da parte loro hanno parlato del dl come di “un buon inizio”, ma intanto hanno già approntato una lunga lista di emendamenti. Tra questi: una governance efficace in grado di coinvolgere le Regioni colpite dal sisma del 2016 insieme ai Comuni e all’Anci nella ricostruzione; norme specifiche per il personale sulla riclassificazione delle sedi dei segretari comunali per favorire la loro effettiva copertura nelle zone del sisma; e ancora semplificazione delle norme per favorire sia la ricostruzione pubblica che quella privata.