“La mia visita è stata dettata dall’esigenza di valutare i danni, gravi e che riguardano il tessuto produttivo di una terra così intraprendente e che dobbiamo aiutare a tornare produttiva al più presto”, ha affermato Monti in visita ai luoghi colpiti dal sisma.
“Abbiamo esaminato le modalità per arrivare presto a poter dare il sostengo necessario -ha spiegato il premier come riporta SkyTg24-. Tra poche ore in Consiglio dei ministri dichiareremo lo stato di emergenza, verrà emessa una ordinanza della Protezione civile”.
“Ma soprattutto ho voluto portare il senso di vicinanza del governo con tutte le sue strutture a queste famiglie e alla popolazione così colpite negli affetti e nell’attività quatidiana -ha aggiunto Monti-. Ho notato, e mi ha fatto molto piacere, una ottima sintonia tra le diverse strutture e una grandissima voglia di riprendere la vita normale. E’ un altro esempio di forte vitalità che l’Emilia Romagna offe all’Italia”.
“Ci attiveremo al più presto, prenderemo un provvedimento per quanto riguarda i pagamenti fiscali”, ha poi assicurato Monti che alla domanda specifica sull’Imu, ha replicato: “Ho parlato della volontà di sospendere i pagamenti fiscali”.
Monti contestato a Sant’Agostino. Accolto tra le polemiche il premier Mario Monti al suo arrivo a Sant’Agostino, il paese del Ferrarese che ha pagato il maggior tributo di vittime nel sisma di sabato notte. “Vergogna ladro, potevi stare a casa”, hanno protestato i cittadini che, come hanno precisato alcune donne, contestano al premier la reintroduzione di alcune tasse, come l’Imu. Monti è arrivato nel paese devastato dal sisma al presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, al capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, e al questore di Ferrara, Luigi Mauriello. Qui ha scambiato alcune parole con il sindaco di Sant’Agostino, Fabrizio Toselli, proprio di fronte al municipio distrutto dal terremoto.
Numerosi fischi poi, hanno accolto il suo ingresso in una palazzina Prima di entrare in una dove si terrà un incontro con gli altri sindaci della zona e con i tecnici. “Siamo decisi a far sentire la nostra voce in un momento difficile in cui oltre alla paura per il terremoto” si sente anche “disagio per le tante tasse, per l’Imu e per il rischio che le spese della ricostruzione del dopo terremoto pesino sulla cittadinanza”.”Poteva stare a casa – ha spiegato una signora – è venuto perché questo è un circo mediatico. Abbiamo tanti problemi, c’é rabbia e paura. Da uno Stato ci si aspetta quello che lo Stato dovrebbe fare: fischiamo per esprimere il nostro malcontento”.
Intanto l’Emilia continua a tremare. Una decina di scosse, la più forte rilevata alle 2 con epicentro nel Finalese, ha interessato la zona dei comuni devastati dal sisma del 20 maggio scorso. Le scosse hanno avuto un’intensità variabile, la più forte è stata di magnitudo di 3.2 a Finale Emilia. Nessun problema particolare, però, è stato registrato nel comune emiliano, se non qualche ulteriore crollo di materiali nella zona rossa di Finale Emilia. Intanto ha smesso di piovere, anche se il tempo si mantiene variabile.
La situazione peggiora anche per gli sfollati, che sono . ormai sono diventati 5000. Le condizioni si complicano anche perché la gente oltre ad un tetto, ha bisogno di pasti caldi e vestiti asciutti. Le operazioni della Protezione Civile vengono ostacolate soprattutto dalle cattive condizioni meteo.
La condizione è drammatica, a cominciare da i danni. Per le imprese la perdita è di alcune centinaia di di milioni di euro” quelli alle stando a quanto dichiara Confindustria Emilia-Romagna, mentre la Cgil di Modena e Ferrara parla di 5 mila posti di lavoro a rischio nell’industria. Delle oltre 150 imprese che fanno capo a Confindustria Modena, e che danno lavoro a quasi 9 mila dipendenti, circa il 70% ha registrato danni strutturali di entità media o grave che le hanno costrette a interrompere la produzione. Altrettanto drammatiche le conseguenze del terremoto sul patrimonio artistico di una terra che per gran parte dell’anno vive di turismo. Ed infatti, la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna, il sisma si è rivelato un durissimo colpo, creando in alcuni casi danni irreparabili. Per tali ragioni, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani. Sia chiede che si effettuino presto verifiche di agibilità degli edifici pubblici e privati, passaggio indispensabile per favorire il ritorno alla normalità, sia nell’individuare gli strumenti economici e fiscali necessari per far ripartire i territori colpiti al cuore dal terremoto. “Sarà necessario – sostiene il presidente della Conferenza delle Regioni – costruire un provvedimento che sia in grado di legare l’emergenza al processo di riattivazione delle imprese, delle strutture pubbliche e private”, sostiene . Errani che ne ha parlato proprio con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà’, nel lungo vertice con i sindaci interessati dall’emergenza che si è svolto a Marzaglia. Bisogna “sospendere il pagamento dell’ Imu per le case e le imprese danneggiate”, sospendere tributi e contributi. Poi “spingere il credito per anticipare la ripartenza e pensare ad ammortizzatori in deroga per evitare che i lavoratori vivano una doppia emergenza”. Un concetto, questo, di cui Errani – rivela – ha già parlato con il ministro per il Lavoro Fornero. Ultimo passo, congelare il patto di stabilità, argomento questo di cui il presidente della Regione Emilia-Romagna parlerà parlare anche con il presidente Monti.
“Spero che ora nessuno venga abbandonato a sé stesso”. E’ quanto ha affermato, al termine dell’incontro con il premier, Gloria Ansaloni la vedova di Leonardo, uno dei quattro operai morti in seguito al crollo dello stabile dove stavano lavorando. “Il presidente Monti, così come il presidente Vasco Errani – aggiunge Cristiano Cavicchi, fratello di Nicola, altra vittima del terremoto – mi sono sembrati scossi. Monti ci ha fatto le condoglianze e ci ha detto che le istituzioni ci sono vicine. Ma nulla, purtroppo, ci può restituire l’affetto di un caro”.