Non smette di tremare l’Emilia, mentre aumenta il numero dei danni e degli sfollati. Intanto domani si terrà il Consiglio dei Ministri che dichiarerà lo stato d’emergenza per le zone colpite. E’ cominciata anche la verifica sullo stato di agibilità degli edifici. Coldiretti stima in circa 200 milioni i danni al settore agricolo. La Cgil parla invece di 5mila posti di lavoro a rischio.
Nuove scosse, salgono a 4000 gli sfollati. E’ ancora panico in Emilia Romagna. Nella notte si sono registrate nuove scosse, di cui 3 di magnitudo 3,5, a 24 ore esatte dalla prima che ha devastato gran parte delle città emiliane, rendendo inagibili case, facendo crollare fabbriche, chiese ed edifici pubblici e provocando la morte di sette persone.
La Protezione civile si è mobilitata per dare una sistemazione agli sfollati, che nelle ultime ore sono diventati 4000. Ma non è bastato. Sono ancora centinaia le famiglie tra Modena e Ferrara che non hanno ancora trovato collocazione nelle tendopoli o nelle prime strutture di soccorso e hanno deciso di passare la notte in auto o in sistemazioni di fortuna. C’è chi ha installato davanti a casa dei gazebo e si è coperto con panni e vestiti invernali, ma le condizioni meteo sono da ieri peggiorate e le previsioni parlano di piogge ancora per tutta la giornata di oggi. Secondo le prime stime delle istituzioni locali, in Emilia sono circa tremila gli sfollati.
La prima scossa che ha fatto fermare gli orologi di molte piazze dell’Emilia è stata avvertita ieri poco dopo le 4: è stata di magnitudo 6, con epicentro a 36 chilometri a nord di Bologna, nella bassa delle province di Modena e Ferrara, ma è stata avvertita in tutto il nord Italia. I comuni più colpiti sono stati Finale Emilia, nel modenese e Sant’Agostino, nel ferrarese. A Bondeno la prima vittima accertata: si tratta di Tarik Naouch, di origine marocchina di 29 anni, morto nella frazione di Ponte Rodoni durante il crollo che ha interessato lo stabilimento Ursa, che produce polistirolo. Nicola Cavicchi, di 35 anni, residente a San Martino, frazione di Ferrara, è rimasto schiacciato sotto il crollo della fabbrica Ceramiche di Sant’Agostino, nel Comune di Sant’Agostino; nella stessa ditta è morto Leonardo Ansaloni, di 51 anni, residente a Reno Centese in provincia di Ferrara. Un altro operaio, Gerardo Cesaro, di 59 anni, residente a Molinella, ha perso la vita, sempre a Sant’Agostino, per il crollo di un capannone della Tecopress di Dosso. Sempre a Sant’Agostino è deceduta, colpita da un calcinaccio, Nerina Balboni di 103 anni. In provincia di Bologna una cittadina tedesca, Gabi Ehsemann, si è sentita male nei minuti immediatamente successivi alla forte scossa. A Vigarano Mainarda, nel ferrarese, una donna di 86 anni, Anna Abeti, ha avuto un ictus dopo il sisma ed è deceduta dopo il ricovero all’ospedale.
Il sindaco di Finale Emilia, il comune nell’area nord di Modena, non è riuscito nemmeno a stimare i conti del disastro: “un interno centro storico raso al suolo – ha spiegato ieri in lacrime Fernando Ferioli -. Mezzo castello distrutto, il duomo quasi scomparso, quattromila abitanti in centro che non possono entrare in casa”.
Per tutta la giornata di ieri si sono ripetute scosse di assestamento, anche se alcune molto potenti che hanno creato nuove voragini in palazzi e strade del ferrarese e del modenese. Nel pomeriggio, proprio al termine di un incontro tecnico tra le autorità locali e il Capo della Protezione civile Franco Gabrielli, una scossa ha fatto crollare il muro di un edificio a Finale Emilia in cui stavano lavorando i vigili del fuoco: uno di loro è rimasto ferito seriamente ed è stato operato alle gambe in ospedale.