Bagliori verdi e viola, simili a quelli di un temporale o di un’aurora boreale hanno squarciato il cielo plumbeo di Città del Messico, durante il terremoto di magnitudo 8.2, illuminando la città a giorno. Un fenomeno insolito, che si è verificato mentre la terra tremava e che, come spiega all’AdnKronos Angelo De Santis dell’Ingv, è in realtà ben conosciuto dalla comunità scientifica. Sul tema esiste un catalogo cui contribuì anche Mercalli con informazioni sul sisma di Messina del 1908, sottolinea De Santis. Pur non essendo un fenomeno comune, sappiamo che si è verificato anche durante il terremoto a L’Aquila, con bagliori più tenui.
La causa del fenomeno, conosciuto come ‘Earthquake lights’ o ‘luci telluriche’, tuttavia, non è ancora nota agli scienziati: Nella comunità scientifica c’è grande dibattito sulle cause, spiega l’esperto, anche perché è un fenomeno difficilmente replicabile in laboratorio, per cui ci si basa sulle conoscenze della fisica e dell’elettromagnetismo di base. Tra le tante teorie prese in considerazione, dice De Santis, ne spiccano due. La prima, sottolinea, è quella dell’americano Friedmann Freund. A seguito di esperimenti in laboratorio, ha ipotizzato che le luci siano causate da alcune rocce che sottoposte a pressione o dilatazione rilasciano della cariche elettriche.
Chiaramente, precisa l’esperto, tutto dipende dalla geologia e dal tipo di faglia che libera cariche e gas. Tanto più è alta la magnitudo quanto più è alta la possibilità che questi fenomeni si verifichino. Anche le condizioni atmosferiche contribuiscono: ‘A Città del Messico era particolarmente nuvoloso le nuvole erano basse e c’era sicuramente alta umidità”. Le condizioni per vedere un fenomeno simile erano quindi più favorevoli’. Inoltre, aggiunge, il sisma si è verificato di notte. Di giorno un fenomeno simile non sarebbe stato così evidente.
Le luci telluriche o sismiche erano conosciute anche all’epoca di Plinio il Vecchio, nell’89 a.C., che in corrispondenza di un terremoto vicino Modena parlò di ‘fiamme e fumo che guizzavano al cielo’.