Terremoto nel Lazio, l’Ingv: “Il vulcano Colli Albani, il magma e la faglia attiva”. Scenario inquietante

Dietro le scosse di terremoto che hanno messo in allarme gli abitanti dei Castelli Romani ci sarebbe un vulcano attivo, il Colli Albani. Venerdì la terra ha tremato tra Lariano, Rocca Priora e Velletri, e si è sentito anche a Roma. La scossa è stata abbastanza lieve, magnitudo 3, seguita da due di assestamento di 2 e 2.4. Secondo Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv interpellato dal Messaggero, “sono scosse che servono a ricordarci che anche l’area dei Castelli Romani è da considerarsi a rischio sismico, come del resto lo è buona parte del nostro paese. Sono avvenute propria su un vulcano che conosciamo bene e che è attivo, Colli Albani: è possibile quindi che il terremoto sia riconducibile all’attività all’ interno del condotto magmatico, quel cilindro che si trova sotto un’ area che attraversa Frascati, Velletri e Rocca di Papa”. C’è dell’altro: “Oltre alla sismicità del vulcano laziale, ci sarebbe anche quella che deriva dalla tettonica. Lungo la fascia che va da Frosinone a Tivoli c’è infatti una faglia sismica attiva”.

A rassicurare parzialmente gli abitanti del Lazio è il motivo per cui queste scosse generalmente sono di magnitudo bassa: “Maggiore è la profondità, minori sono i danni che può causare”, spiega l’esperto dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Per il futuro, è ipotizzabile un terremoto come quello di magnitudo 4.8 che nel 1927 provocò danni ingenti  a Nemi, Genzano, Lanuvio, Ariccia, Albano Laziale e Velletri.

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