Terrorismo. Arrestato a Milano lupo solitario dell’Isis

Pronto a combattere e a fare la guerra. Pronto a colpire e a fare una strage. Forse in Italia. Un lupo solitario, un egiziano di 22 anni, organico dell’Isis è stato arrestato in un blitz antiterrorismo della polizia a Milano nell’operazione ‘Lupi del deserto’. Gli uomini del Nocs l’hanno bloccato in piena notte.

Contemporaneamente al blitz di Milano sono scattate diverse perquisizioni in Abruzzo, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. Altre due persone risultano indagate e nei loro confronti è stato già emesso un provvedimento di espulsione da parte del ministro dell’Interno, anche su uno dei due risulta al momento irreperibile. Entrambi sono egiziani, un 21enne e un 23enne, che secondo gli investigatori, avevano dei legami di stretta amicizia con il giovane arrestato e svolgevano attività di propaganda per lo Stato islamico.

L’indagine nasce oltre un anno fa e, dicono gli investigatori, “conferma l’efficacia del livello di prevenzione” del nostro Paese. A ricevere la prima informazione è stata l’intelligence: alla fine del 2017 gli 007 italani hanno segnalato che tra i frequentatori di un gruppo Whatsapp formato da militanti islamisti ce n’era uno che aveva un’utenza italiana. L’informazione è stata girata alla polizia. In alcune intercettazioni telefoniche il giovane africano diceva di essere disponibile a ”combattere” e a ”fare la guerra”, facendo anche intendere di aver ricevuto un addestramento militare.

Individuato,  l’egiziano è stato tenuto costantemente sotto controllo dagli uomini dell’Antiterrorismo, sia nel periodo in cui ha vissuto da clandestino in provincia di Teramo sia successivamente, quando si è spostato a Milano. Nel corso dell’indagine gli investigatori sono riusciti a recuperare decine di file audio scaricati dal giovane: si tratta di inni jihadisti e sermoni di imam radicali prodotti dall’apparato mediatico dell’Isis in cui si esalta il martirio e si ribadisce l’odio nei confronti dell’occidente

”L’operazione odierna – si sottolinea in una nota – conferma l’efficacia del modello di prevenzione del nostro Paese e nasce dallo sviluppo di una notizia di intelligence che, sul finire dello scorso anno, segnalava all’interno di un ”gruppo WhatsApp” tra militanti islamisti un partecipante che aveva in uso un’utenza italiana. Gli immediati accertamenti hanno permesso di identificare l’utilizzatore dell’utenza del primo che, per tutto il periodo delle indagini durante il quale ha risieduto da clandestino in provincia di Teramo e a Milano, è stato sottoposto a sorveglianza costante da personale specializzato della Dcpp/Ucigos”.

Le indagini, dirette dalla Procura Distrettuale del capoluogo abruzzese in raccordo con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, sono state condotte dalle Digos di L’Aquila, Teramo, Piacenza e Milano parallelamente ai Compartimenti della Polizia Postale e Comunicazioni di Abruzzo e Emilia Romagna.

L’intera attività di indagine è stata coordinata Servizio per il Contrasto al Terrorismo Esterno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Ucigos e dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

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