“Una riduzione dei flussi migratori di per se’ non comporterebbe una riduzione dei rischi legati al terrorismo”. Lo ha sottolineato il vice direttore di Europol, Wil Van Gemert, nel corso di un’audizione davanti al Comitato parlamentare Schengen. “Dopo gli attentati di Parigi – ha ricordato Van Gemert – si sono avute le prove che le rotte erano state utilizzate per infiltrare dei terroristi ma si tratta di numeri molto limitati. Cio’ che davvero conta, ai fini della scoperta di eventuali militanti infiltrati, e’ che i migranti al loro arrivo vengano sottoposti alle procedure di identificazione”.
“E’ crescente la preoccupazione – ha ammesso il vicedirettore di Europol – per un legame eventuale tra rotte dell’immigrazione clandestina e il passaggio dei foreign fighters: e’ un fronte che seguiamo con estrema attenzione, ed e’ plausibile che la tratta venga usata dalle reti terroristiche come canale di finanziamento. Nei nostri database ci sono 38mila nomi di sospetti di avere legami con il terrorismo: 4mila di loro sono combattenti provenienti da Paesi europei”. “Costante anche il monitoraggio della rete – ha assicurato Van Gelmert – e in particolare dei social media, largamente usati da organizzazioni come l’Isis: redigiamo centinaia di rapporti su singoli o su gruppi particolarmente attivi on line e cerchiamo di incrociare i nostri dati con quelli dei colleghi che conducono indagini di tipo finanziario”.