Dopo il ferimento del manager dell’Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, non aveva escluso un uso dell’esercito in chiave. Ma oggi arriva la precisazione del numero uno del Viminale. “Non ci saranno militari in più” e verranno impiegati quelli che già ci sono, “con una razionalizzazione”. Dunque un incremento di uomini dell’esercito in chiave antiterrorismo da utilizzare per proteggere obiettivi sensibili, almeno per ora, non ci sarà. Questo significa che le attività di prevenzione e contrasto saranno affidate agli uomini dell’intelligence italiana. E il numero uno del Viminale, conversando con i giornalisti ad Alessandria, sembra indicare una strada ben precisa da dove iniziare, o meglio continuare, le indagini: il mondo sociale che si oppone alla costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione. Tanto che identifica la Tav come “la madre di tutte le preoccupazioni. Lavoreremo anche per il Piemonte”. Intanto le prefetture, sottolinea Cancelliari, “sono già a lavoro per fare uno screening e individuare gli obiettivi sensibili”. E proprio gli organi territoriali di governo dovranno individuare persone e luoghi da sottoporre a tutela. “Abbiamo le idee chiarissime, ma il piano verrà deciso nel Comitato nazionale di giovedì quindi qualsiasi anticipazione non solo non sarebbe seria ma non sarebbe nemmeno supportata dalle analisi che stiamo facendo sul territorio”.
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