Terzo mandato per De Luca, in Campania il Consiglio regionale vota sì

Come ampiamente prevedibile, la linea tracciata da Elly Schlein incassa una netta sconfitta in Campania. Nel Consiglio regionale di Napoli, riunitosi, la maggioranza che sostiene il presidente Vincenzo De Luca si è compattata attorno al governatore votando a favore della legge sul terzo mandato.
Eloquenti i numeri a favore di De Luca: 34 sì alla legge sul terzo mandato, 16 contrari e un solo astenuto, la consigliera “ribelle” del Partito Democratico Bruna Fiola.

Dunque sette consiglieri Dem su otto hanno detto sì al terzo mandato, non rispettando la chiara indicazione arrivata dal Nazareno. Domenica sera la linea della segretaria Schlein era stata riconfermata dalla stessa leader in tv, ospite di Fazio Fazio a ‘Che tempo che fa’: “Il Partito Democratico ha una posizione chiarissima: siamo contrari al terzo mandato. Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, ma questo non cambia la posizione del partito”.

Appello agli esponenti Pd campani che evidentemente non ha attecchito. La fronda è emersa dalle parole del capogruppo Pd in Regione, Mario Casillo, che in aula prima del voto ha chiarito la posizione del gruppo: “Non si può buttare a mare il lavoro fatto in questi 5 anni. Ho scritto anche alla segretaria: il cardine della coalizione sia il Pd e il lavoro fatto dal nostro presidente. Ho una unica maglietta, oltre a quella del Napoli calcio, che è quella della Regione”.

Il voto odierno apre l’interrogativo sul futuro: cosa succederà al Partito Democratico campano? Se Elly Schlein confermerà anche dopo la scelta del Consiglio regionale il suo “no” al terzo mandato di De Luca, quest’ultimo si candiderà contro il suo partito alla guida di una lista civica? E chi tra gli iscritti Dem lo seguirebbe in questa avventura? Ma soprattutto, il 2025 vedrà il PD perderà anche la guida della Campania?

Per Schlein le Regionali campane del 2025 potrebbero essere la sfida che deciderà il suo futuro: vincendo il braccio di ferro con De Luca certificherebbe la sconfitta dei “cacicchi” e il successo della sua linea di rinnovamento, in caso di sconfitta la sua leadership al Nazareno uscirebbe gravemente compromessa.

Alla fine della fiera i consiglieri del Pd campani che hanno deciso di seguire De Luca sul terzo mandato da governatore devono cogliere che non deciderà la Schlein ma la premier Meloni, visto che il governo ricorrerà alla Corte Costituzionale sulla legge che il governatore della Campania si è fatto approvare. Tutto, in fondo, è nella mani della premier e del suo governo che dovrà decidere se i panni sporchi si lavano in famiglia o la premier considererà quella forzatura di De Luca, per non mollare la poltrona, una sfida all’interesse nazionale e anche alla legge che riserva la competenza sulle leggi elettorali al Parlamento.

“Se non la modifica il Parlamento – che invece per ben 5 volte ha bocciato la norma proposta dai leghisti di cancellare il limite di mandato, cioè non più di due consecutivi – difficilmente se ne farà qualcosa. Il governo potrebbe rivolgersi alla Corte costituzionale sollevando il caso Campania e facendo annullare l’indisciplinata mossa campana”, scrive Repubblica.

De Luca vuole recepire solo ora a livello regionale la legge nazionale che impone il limite dei due mandati consecutivi ai governatori. E’ la legge numero 165/2004 “recante i principi fondamentale concernenti il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità e di incompatibilità del presidente e degli altri componenti della giunta regionale nonché dei consiglieri regionali”. E considerare quell’assorbimento normativo una sorta di “reset” che innesca la possibilità di rifare un “secondo” (che in realtà sarebbe il terzo) mandato.

Il governo di Giorgia Meloni potrebbe impugnare la legge campana entro 60 giorni alla Corte o decidere di non farlo. Magari per lasciare che la guerra intestina favorisca il centrodestra, come ipotizza “Repubblica“.

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