Terzo Polo e sconforto di Carfagna e Gelmini

Stavolta i primi a restare basiti per il nuovo round anti-Renzi di Carlo Calenda sono stati proprio i dirigenti ed eletti di Azione. Tra questi   due persone sono completamente a disagio nello sconquasso del Terzo Polo: Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. E’ stato notato il silenzio degli ultimi giorni delle due ex ministre ed esponenti di primo piano di Forza Italia. Tutti in Iv e in Azione hanno esternato in queste giornate su Renzi e Calenda  tranne Carfagna e Gelmini che hanno deciso di  fare un comunicato ufficiale: «Siamo e restiamo in Azione, per portare avanti con Calenda un progetto in cui crediamo». Un atto dovuto, un prendere tempo. Secondo i colleghi di partito che hanno condiviso il loro percorso – interercettati in un retroscena del Giornale – «sono entrambe assai disagio per la situazione che si è creata»; tra «il timore di ritrovarsi in futuro sospinte verso un’alleanza col Pd schleiniano» e i sospetti sulle manovre di avvicinamento di Iv al centrodestra. Loro due lì nel mezzo. 

Per ora nulla, visto il comunicato emanato. Tornare in Forza Italia sarebbe imbarazzante. Non resta che attendere l’esito di questo lancio di pesci in faccia reciproci tra Azione e Italia viva. O aspettare,  come molti altri, le mosse di Matteo Renzi che, per quel che se ne sa, si è dato tempi lunghi per un rientro da leader nell’agone politico. Piuttosto penserà a dirigere il Riformista. Il disagio di essersi imbarcate in una situazione senza futuro permane.

Dice Gelmini: “L’interruzione del percorso del partito unico fa male a tutti, ma fa male anche e soprattutto alla politica; al Paese e a quei 2 milioni e mezzo di elettori che ci hanno dato fiducia appena sei mesi fa. La nostra preoccupazione adesso dovrebbe essere non deludere quei cittadini a cui dobbiamo chiedere scusa. E non disperdere del tutto un patrimonio politico prezioso”. E fa la velenosa con la Bonino. “Carlo Calenda ha creduto in questo progetto; chi – come Emma Bonino – dal progetto di Azione si è allontanata per abbracciare la coalizione di sinistra-sinistra potrebbe risparmiarci vendette di piccolo cabotaggio”.

“La trattativa sul partito unico è stata interrotta perché non portava da nessuna parte, e Italia Viva lo sa bene. C’erano due visioni inconciliabili del Terzo Polo: per noi costituiva un progetto politico a lunga scadenza che azzerava ogni precedente esperienza; per loro era semplicemente un restyling in vista delle Europee”. Così Mara Carfagna, presidente di Azione, che  aggiuunge: “Ne siamo tutti consapevoli ed è inspiegabile l’acrimonia con cui, a tre giorni di distanza, Italia Viva continua a sparare su Carlo Calenda. Non tutte le trattative vanno a buon fine. Voltino pagina”.

Il matrimonio fra Italia Vita e Azione è finito e ciò che rimane adesso sono solo le macerie di quello che sognava di essere il terzo polo del panorama politico italiano e che invece si è rivelato essere inconcludente.

Carlo Calenda, leader di Azione e ormai dell’ex Terzo Polo, è l’uomo delle giravolte politiche. Prima cerca di allearsi con l’ex segretario del Pd, Enrico Letta, salvo poi abbandonarlo e allearsi con Matteo Renzi per creare il Terzo Polo, ormai defunto.

Su richiesta di Calenda  parlano la presidente di Azione Mara Carfagna («Basta offese contro Calenda») e la portavoce Mariastella Gelmini. Che però smorza le polemiche e chiede un disarmo bilaterale: «Le cose rotte, quando hanno valore, si prova ad aggiustarle, non si buttano», dice, invitando a «non disperdere» il sogno di un Terzo polo. E dunque a ricucire, «tanto nè noi nè Iv – ragiona un calendiano – possiamo permetterci di andar soli alle Europee: la speranza è l’ultima a morire».

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