Ora che Mafia Capitale non c’é più – almeno dopo il primo grado di giudizio – un pezzo grande di Roma torna al voto dopo due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose: il decimo Municipio, Ostia e il suo hinterland, il mare della metropoli a 30 chilometri dal centro e i quartieri residenziali o semi-abusivi, gli scavi romani di Ostia Antica – l’altra Pompei – e le zone un tempo paludose. Circa 230 mila residenti, una città italiana di medie dimensioni: domani saranno oltre 185 mila gli aventi diritto al primo turno delle elezioni per scegliere il presidente e il Consiglio municipale, che si insedieranno nell’ex Palazzo del Governatorato a Ostia.
Con lo spauracchio dell’astensione, evocata come il nemico ieri da Virginia Raggi. Ed è una sfida che assume contorni di consultazione di ‘midterm’, di verifica indiretta di metà mandato per la sindaca, eletta in realtà solo un anno e mezzo fa. Nel X Municipio M5S ha ottenuto risultati strepitosi alle comunali 2016 (Raggi 46% al primo turno e oltre 76% al ballottaggio) e ci si chiede se l’andamento difficile del Campidoglio a 5 Stelle tra cambi di assessori e inchieste inciderà sull’elettorato. M5S si presenta con Giuliana Di Pillo, 55 anni, insegnante di sostegno, ex consigliere municipale di opposizione, poi delegato al litorale della sindaca.
L’avversaria più accreditata é Monica Picca di Fratelli d’Italia, professoressa di lettere al liceo, che rappresenta il centrodestra, 46 anni. Il Pd teme il crollo e deve far dimenticare l’ultimo presidente, Andrea Tassone, arrestato per Mafia Capitale e condannato a 5 anni. Ci prova con Athos De Luca, 71 anni il 15 novembre, ex senatore ed ex consigliere comunale, un passato nei Verdi. C’é poi l’incognita CasaPound con Luca Marsella, 32 anni: il movimento di estrema destra é molto attivo e punta a entrare nelle istituzioni. Ha ricevuto un imbarazzante endorsement da un esponente del clan Spada, pur promettendo lotta senza quartiere alla mafia.
In corsa anche il prete 71/enne Franco De Donno – paladino Caritas e antiracket – con una lista civica gradita alla sinistra di Mdp e Insieme. Ci sono infine il giornalista Andrea Bozzi, unico a volere Ostia comune autonomo, l’imprenditore Marco Lombardi, Eugenio Bellomo di Sinistra Unita, il Partito della Famiglia con Giovanni Fiori. In tutto 16 liste e 372 candidati per 24 posti in Consiglio municipale. I problemi del Decimo e di Ostia sono l’abusivismo edilizio e l’assegnazione delle case popolari, le concessioni degli stabilimenti balneari e i trasporti, la carenza di servizi.
Il convitato di pietra sono le mafie: le inchieste e i processi (con sentenze contraddittorie), ne hanno delineate diverse: i Fasciani, autoctoni; i Triassi, legati a Cosa Nostra; i nomadi italiani Spada e altri gruppi. Infiltrazioni che hanno portato arresti eccellenti e lo scioglimento nel 2015 del Municipio, unico a Roma. Ma passeggiando tra l’Idroscalo dove fu ucciso Pierpaolo Pasolini e l’ex Colonia Vittorio Emanuele III, l’antropologo Stefano Portelli ipotizza che ‘la città abbia proiettato tutto il male su Ostia per allontanarlo da sé…’.