Arriva la primavera, e si porta dietro l’onda lunga delle allergie stagionali. Il problema è che quest’anno, per i 10 milioni di italiani che soffrono di questa patologia, prenderà forma una ‘tassa occulta’, inserita dal governo nei nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza che definiscono quel che il Sistema sanitario nazionale offre al cittadino gratuitamente e cosa, invece, dovrà passare dal pagamento di un ticket. Per i test allergologici, fondamentali per individuare e contrastare questo genere di patologia, arriva il superticket da 50 euro: a prescriverli, infatti, non potrà essere più il medico di famiglia ma servirà, necessariamente, la firma di uno specialista.
Il superticket, che serve per andare da uno specialista, costa 50 euro. L’impatto sarà maggiore per chi ha figli: tra i bambini, infatti, negli ultimi vent’anni le allergie sono triplicate, passando dal 7 al 25-33% della popolazione infantile.
La maggior parte di essi (circa il 60%) viene colpita da allergia ai pollini delle graminacee, che si manifesta con rinite, congiuntivite e asma bronchiale soprattutto tra marzo e giugno.
Sono soprattutto bambini ad avere bisogno dei costosi test, il cui prezzo varia tra i 90 e i 500 euro. Test essenziali per monitorare le malattie. Ogni anno ne vengono effettuati tra i 3 e i 4 milioni inutilmente, con una spesa di 300 milioni. A fronte dei 20 milioni di italiani che dichiarano fenomeno allergici, quelli che poi scoprono di avere realmente un’allergia sono meno della metà.
Ma chi teme di essere allergico, il test lo vuole fare. Senza verifiche, insomma, si rischierebbe il caos. E non è solo un problema per le tasche dei cittadini. La decisione dell’esecutivo, infatti, potrebbe avere un effetto distorto e addirittura creare problemi alla salute degli italiani. Il pericolo, infatti, è che aumentino i test fai da te, che si possono eseguire da soli e acquistare perfino sul web. Le autodiagnosi, però, potrebbero facilmente generare errori, escludendo qualche patologia o confondendo i sintomi.