1-3 Ottobre 2020, MACRO: tre giornate live per un confronto programmatico sui valori della Carta di Roma con ospiti della politica e delle istituzioni da tutto il mondo
Portare il diritto alla cultura al centro della scena politica e sociale. E’ partito oggi con oltre 1500 presenze, l’evento che fino al 3 ottobre renderà Roma il teatro di un confronto allargato tra i principali attori di un dibattito sulla partecipazione alla vita culturale nelle città. Al cuore delle tre giornate, la presentazione della Carta di Roma – un documento senza precedenti promosso da Roma Capitale e dalla Commissione Cultura di United Cities and Local Goverments (UCLG) e che ha registrato nei mesi di lockdown un’adesione spontanea straordinaria che vede attualmente coinvolte oltre 45 città in tutto il mondo – The 2020 Rome Charter Conference si modula come evento su più livelli, ospitato negli spazi del MACRO e fruibile online dal sito.
La Carta si pone come espressione concreta di un approccio che muove dall’articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ma ha come obiettivo principale quello di portare la democratizzazione della cultura fuori dall’ambito teorico, come cardine dei Sustainable Development Goals voluti dall’ONU. Perché porre la vita culturale come condizione necessaria e fondamentale per una società equa e coesa significa alimentare un dialogo che intrecci esperienze e competenze sia internazionali che locali: per una forma di sviluppo che, oggi più che mai, deve necessariamente puntare sulla sostenibilità.
Durante il Summit, rappresentanti di governi e istituzioni di città simbolo come Barcellona, Bilbao, Bruxelles, Bogota, Buenos Aires, Città del Messico, Ginevra, Smirne, Lisbona, Medellin, Rabat o Washington, dialogheranno nei tre giorni di lavori con altrettanti esponenti del mondo culturale, politico, imprenditoriale, istituzionale, italiano ed internazionale. Affrontando specifici temi legati alla partecipazione culturale attiva, all’allargamento delle possibilità di fruizione, al mecenatismo e al superamento degli ostacoli verso realtà urbane sempre più inclusive e creativamente condivise. Tutti temi che, nel contesto socioeconomico segnato dalla crisi del COVID-19 e dall’urgenza di un rilancio che metta al centro l’uomo e non esclusivamente il profitto, assumono valenze che in termini di espressione democratica e prospettive sociali non sono più prescindibili.
“Entro il 2050 due terzi della popolazione mondiale vivrà in contesti urbani” commenta Luca Bergamo, ideatore della Carta e vicesindaco di Roma. “La forza della Carta sta nel suo essere complessa ma per nulla complicata: si tratta di un documento chiaro, semplice, accessibile ma soprattutto facilmente traducibile in azioni a tutte le latitudini. La migliore base quindi per creare nuovi modelli che ridisegnino le città anche attraverso una libera e partecipata dimensione culturale, grazie all’impegno congiunto di governi locali, istituzioni, imprese e terzo settore. La cultura e la partecipazione sono prioritarie per gli SDG e il mondo delle imprese lo ha capito ancora prima delle istituzioni: e questi tre giorni saranno l’occasione più importante per alimentare la dialettica tra tutte le parti coinvolte in questa straordinaria sfida”.
“Lavorare alla Carta di Roma è stato emozionante” aggiunge Emilia Saiz, Segretario Generale dell’UCLG. “I difficili mesi di isolamento hanno reso evidente in tutto il mondo la profonda necessità di condividere nuove forme di partecipazione, anche culturale. La gente si è rivolta alla cultura per creare significato e mostrare solidarietà e la crisi ha dimostrato quanto sia centrale per il senso di appartenenza delle comunità e delle città. Per questo spingiamo perché la cultura sia riconosciuta come il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, identificandola come antidoto agli effetti secondari della crisi. La Carta di Roma 2020 è un documento eccellente: i suoi valori sono i nostri”.