The Green Guide: da Perugia parte la rivoluzione social a servizio dell’ambiente

“Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”: così il Presidente del consiglio Mario Draghi ha sintetizzato la finalità delle prossime riforme “green” per le quali saranno stanziati alcuni fondi del Recovery Fund. Oggi il recupero della scienza ecologica è un passo irrinunciabile per salvare il benessere del pianeta e di conseguenza il nostro. Occorre agire tempestivamente, ponendoci in un’ottica lungimirante che comporterà cambiamenti, anche radicali, nell’organizzazione e nello svolgimento delle nostre attività. Biodiversità, riadattamento del sistema produttivo, riscaldamento globale, sono solo alcune delle sfide che ci aspettano. Sono i cavalli di battaglia di numerose associazioni ambientaliste e di centri di formazione come Etres (Educational and Training resources for environment and sustainibility), sono gli slogan di molti attivisti. Cosa ne pensano i giovani? Una risposta è offerta da Federica Lera, ex presidente Rotaract Perugia che, mostrando acuta sensibilità verso la problematica prospettata, ha ideato The Green Guide nell’ambito del distretto italiano Rotaract 2090.

 The Green Guide è un’iniziativa focalizzata sulla tutela dell’ambiente, una tematica ormai imprescindibile nella nostra società. Come nasce questo progetto e quali obiettivi si prefissa?

“Il progetto è nato circa un anno fa durante una telefonata con l’attuale Rappresentante Rotaract Distrettuale Arianna Bianchi che mi ha affidato il compito di ideare un service volto a supportare l’ambiente e la sostenibilità ambientale, sulla scia della creazione da parte del Rotary di una nuova area di intervento, la settima area. Ci è parso che il modo più semplice e immediato per poter divulgare il messaggio anche al di fuori dell’associazione fosse quello di incentivare l’utilizzo di piattaforme social e ricorrere a tutti i mezzi di comunicazione a nostra disposizione al fine di creare veri e propri link tra la natura e noi. Il progetto nasce con lo scopo di diffondere quanto più possibile consigli e norme di comportamento su come preservare al meglio il nostro pianeta. Si vuole dare la possibilità di rieducare il nostro stile di vita e di riscoprire in ognuno di noi l’amore verso il Pianeta, che ci ha accolto e regalato ogni suo frutto. La natura ci sta chiedendo di “tornare umani” e di proteggerla prima che sia troppo tardi. Il risultato che ci auspichiamo è quello di vedere applicato nella vita di tutti i giorni ciò che è stato appreso, attuando a piccoli passi, un reale cambiamento nelle nostre vite. Il progetto focalizza l’attenzione su quattro tematiche: acqua, spreco alimentare, aree verdi e riciclo rifiuti.

 Nel corso dello svolgimento di questa iniziativa, ha riscontrato la partecipazione che si auspicava? Crede che ci sia sufficiente consapevolezza sul tema?

“Premetto che credo molto nel potenziale della sensibilizzazione e della prevenzione. Avere la possibilità di gestire un’iniziativa su un tema così delicato ed importante ha generato in me un continuo entusiasmo che mi ha spinto ad un dualismo apparentemente contraddittorio, ma in realtà, generatore di consapevolezza: da un lato, una triste presa di coscienza, dall’altro, non è mancata la propositività da parte di giovani e non. Dato il periodo che il mondo intero sta attraversando, all’inizio del progetto le premesse non erano delle migliori, tuttavia ho riscontrato una forte adesione; ho ricevuto video, consigli, sono stati pubblicati numerosi post sulle piattaforme Instagram e Facebook con una grande risonanza anche all’estero. Il progetto è stato adottato un po’ ovunque, per citare qualche iniziativa, dall’associazione “Eric-Rotaract for Europe”, finendo oltre oceano grazie alla partecipazione di Ale×Europe. A mio avviso non si può dire che attualmente ci sia totale inconsapevolezza sul tema della sostenibilità ambientale ed infatti specialmente negli ultimi anni ci sono state numerose iniziative rilevanti: si pensi ad esempio all’Agenda 2030, sottoscritta nel 2015 dai Paesi membri dell’ONU, ideata appositamente per lo sviluppo sostenibile. Nonostante molti stiano facendo molto, credo che la strada da percorrere sia ancora lunga e piena di ostacoli: la disinformazione dilaga e, unita alla difficoltà con cui l’uomo tende a cambiare le proprie abitudini, c’è ancora più bisogno di sensibilizzazione e unione”.

The Green Guide nasce e si sviluppa nell’ambito del distretto Rotaract 2090 e di recente il progetto ha avuto un’eco internazionale. Come definirebbe il potere divulgativo di questa associazione?

“Il potenziale divulgativo del Rotaract è estremamente forte e si basa sul fornire veri e propri strumenti utili anche nella vita di tutti i giorni. Siamo un gruppo di giovani, che inevitabilmente diventa un gruppo di amici, i quali decidono spontaneamente di aderire ad un’associazione basata su principi quali l’aiuto verso il prossimo e la voglia di mettersi in gioco per una propria crescita personale e i legami che si creano all’interno dell’associazione, misti ai sentimenti di stima reciproca, permettono di creare iniziative funzionali al bene della società. Durante quest’anno ho avuto molte persone vicine che mi hanno aiutata per la realizzazione di Green Guide, in particolare i miei “due angeli custodi” : Arianna Bianchi, Rappresentante Rotaract distrettuale e Luca Aquilanti, Presidente Commissione Azione pubblico interesse. Inoltre, interfacciandosi con il Rotary, il Rotaract ha l’opportunità di prendere spunto ed esempio da veri e propri professionisti; grazie a questo legame e continuo supporto è inevitabile acquisire nel tempo la capacità di arrivare al meglio all’interlocutore. Come si suol dire, una palestra di vita”.

Piera Toppi

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