L’appuntamento invernale della Tate Modern di Londra con la mostra ‘The World Goes Pop’ ci accompagna nell’universo sconosciuto di una Pop Art diversa da quella di Andy Warhol e Roy Lichtenstein, non solo perché supera i confini degli Stati Uniti per fare il giro del mondo, ma anche perché svela contenuti critici poco considerati dalla storia dell’arte tradizionale. La Pop Art è generalmente considerata un fenomeno anglo-americano, una consapevole ma non conflittuale riflessione sulla cultura commerciale moderna”, spiegano le curatrici della mostra, Jessica Morgan e Flavia Frigeri. L’esposizione rivela storie alternative del Pop, mettendo in luce figure chiave del periodo che sono state spesso lasciate fuori dalla corrente principale della storia dell’arte. Così la mostra contrappone all’iper-individualismo dei personaggi famosi, celebrati con immagini seriali, da Liz Taylor alle varie regine di Inghilterra, Olanda e Danimarca, con le folle ammassate quale simbolo più potente della cultura contemporanea. Dall’Islanda Errò in ‘American Interior’ ci mostra un’invasione di agguerriti operai cinesi all’interno di uno spazio occidentale. Lui lo ha dipinto nel1968 e bisogna riconoscere che aveva già capito. E anche il brasiliano Claudio Tozzi, con ‘Moltitudo’, dimostra una concezione della realtà per niente adagiata sulle icone di film e televisioni. Guerre, violenze e oppressioni appaiono nella coscienza Pop in maniera altrettanto forte. Zielinsky, polacco, con ‘Il sorriso dei Trent’anni, Ha Ha Ha’, ci presenta due gigantesche labbra cucite. Era il 1974, in pieno regime, con ‘Solidarnosc’ ancora lontana dal nascere.Con 160 opere realizzate negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, l’esposizione di uno dei principali musei europei apre una nuova porta nell’interpretazione delle correnti artistiche degli ultimi decenni, spezzando una lancia a favore di ciò che l’etichetta Pop aveva spesso fatto mettere in soffitta. Perché se è vero che i materiali espressivi di questa corrente culturale sono sempre le immagini pubblicitarie e i personaggi-icona del cinema e della televisione, è altrettanto vero che non sempre queste sono state riprodotte in maniera il più possibile anonima per essere comprese dalle masse, bensì hanno espresso un forte e deciso carattere sovversivo. La mostra alla Tate Modern, sulla riva sud del Tamigi resta aperta fino al 24 gennaio prossimo.
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