Tiene l’accordo Pd-M5s-Fi-Lega. Rosato: in aula domani anche senza ok della commissione

La riforma elettorale proporzionale più o meno alla tedesca con sbarramento al 5% supera senza intoppi l’esame della prima giornata di votazioni in commissioni Affari Costituzionali alla Camera.

Pochi sì e tanti no che hanno disegnato la fisionomia della nuova legge elettorale per il Parlamento italiano targata Pd, Cinque Stelle, Forza Italia e Lega. Testo che dovrà essere sottoposto al voto dell’Aula. Eccola, riassunta in 13 click.

 Sono eletti in Parlamento solo deputati e senatori collegati sulla scheda a liste di candidati che superino il 5% nazionale di consenso.

 L’elettore italiano riceverà due schede: una per votare alla Camera e una al Senato. Su ciascuna di esse dovrà mettere una sola croce che attribuirà al contempo il voto per il candidato nel collegio uninominale e per la lista proporzionale con il suo stesso simbolo.

La nuova legge elettorale è per il 60% proporzionale e per il 40% maggioritaria.

Ogni forza politica dovrà presentare nei collegi uninominali non meno del 40% di candidature femminili. Nelle liste bloccate per l’elezione con la proporzionale si dovranno alternare candidati donne e uomini.

Alla Camera i collegi uninominali assegnati con il maggioritario saranno 232 (1 in Val d’Aosta e 6 in Trentino Alto Adige previsti da norma ad hoc + 225 in palio nelle altre Regioni secondo la rispettiva popolazione). Al Senato saranno 112.

 I seggi che saranno assegnati con la proporzionale saranno 398 alla Camera e 203 al Senato.

 L’Italia viene suddivisa in 28 circoscrizioni elettorali per l’assegnazione dei seggi della quota proporzionale.

 I candidati nella quota proporzionale nelle 28 circoscrizioni territoriali saranno indicati dai partiti in liste che possono avere un minimo di 2 e un massimo di 6 candidati.

Nei collegi vince il candidato che prende più voti. Chi vince nei collegi è sempre eletto in Parlamento, alla sola condizione che la lista di partito a cui è collegato abbia superato lo sbarramento del 5%.

 Chi vince nei collegi entra in Parlamento con priorità rispetto a tutti i candidati del suo stesso partito indicati nella lista proporzionale. Solo dopo l’assegnazione dei seggi ai vincitori nei collegi uninominali infatti saranno assegnati i seggi ai candidati nella proporzionale. Si seguirà l’ordine di candidatura in lista. I capilista saranno dunque i primi a entrare dopo i vincitori nei collegi.

 Ci si potrà candidare in contemporanea solo in non più di un collegio maggioritario e una lista proporzionale.

 Se una lista che supera il 5% non vince nessun collegio il primo a entrare in Parlamento sarà il meglio piazzato fra i non eletti e non i capilista.

Viene semplificata la procedura per presentare le candidature al Parlamento e ridotto il numero di firme necessarie presentarle.

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