Continua la rassegna estiva “Sotto il cielo del Castello di Santa Severa“ con il concerto “Emozioni – Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti”, avvenuto la sera del 3 agosto.
L’ouverture dell’orchestra è per l’appunto “Emozioni”, uno dei brani più belli ed profondi di Battisti e Mogol, interpretato da Gianmarco Carroccia.
L’interprete ricorda Lucio, con i capelli un po’ lunghetti, scuri e riccetti, con indosso una giacchetta a maniche lunghe che solo a vederla mette caldo. Destreggia sicuro il repertorio, si muove con disinvoltura sul palco, aiutato da una vocalità che, senza essere un ridicolo imitatore, risulta in linea con quella di Battisti.
Entra il maestro Mogol e sentitamente ringrazia subito il pubblico per la calorosa accoglienza. Buona parte della platea si alza in piedi come segno di omaggio e gratitudine.
I brani del compianto Lucio sono intervallati dai commenti e aneddoti di vita di Mogol, un profluvio di parole e sentimenti, strutturato come una vera e propria lezione su come scrivere ed ascoltare.
Si procede con i motivi più popolari: “Un’avventura”, “Dieci ragazze“, “Fiori di rosa, fiori di pesco“, “Motocicletta 10hp“, “Pensieri e parole“ e la tristissima “Anche per te”.
Mogol accenna gesti che mimano il testo, con tenerissimo effetto.
Tanto pubblico accorso al maniero Odescalchi sia da Roma che dall’Alto Lazio, bambini ed anziani, genitori e giovani. Il pubblico tiene il tempo con le mani e canta.
Sulle note de “I giardini di marzo” il pubblico tira fuori la torcia del cellulare, come un tempo si faceva con gli accendini: monta un’onda di luce e musica.
Viene proposto anche un brano non di Battisti; “Un vero amore”, scritta da Mogol per Gianmarco Carroccia, parla della costruzione di un amore tra un uomo ed donna. La canzone da poco uscita ha già 130 mila visualizzazioni on line.
Il Maestro racconta la storia del suo primo matrimonio, giovanile ed immaturo, che fallito, portò ad un divorzio. Che 50 anni fa era un dramma. Mogol racconta lo stigma e l’allontanamento sociale che subì per aver lasciato la moglie. Proprio da questa esperienza nasce “I mio canto libero” che viene eseguita dai 16 elementi dell’orchestra.
Mogol ricorda 3 amici, tre compositori che abbiamo perso: oltre a Battisti, anche Mango e Gianni Bella ai quali il pubblico tributa un applauso.
Viene eseguita “Anima Latina”, una canzone che è un inno alla gioia del vivere: l’orchestra monta fino ad un gran rapsodico finale. Il pubblico adora, applaude chè la musica è vita, è allegria.
Una bomba appresso all’altra: continua con “Nessun dolore”, una delle più belle canzoni che narra di un amore finito senza drammi.
Mogol ricorda le accuse di disimpegno che gli furono mosse negli anni ‘70. Ma l’amore e la vita che lui canta non sono disimpegnate, sebbene non siano testi sociali e politici.
Scrive a parole la vita, quella vera quella che ha un sapore diverso dalla fiction. Lui a nudo racconta senza pudore ed autoassoluzione cadute, picchi, abbàgli e sbagli.
Marco Cataldo ha curato arrangiamenti del progetto Emozioni ed ha diretto l’orchestra ed i coristi.
Dopo l’esecuzione di “Una giornata uggiosa”, gran finale con “La canzone del sole”, “Acqua azzurra, acqua chiara “ e “Mi ritorni in mente”.
Nessuno vorrebbe tornare a casa fra il pubblico, anche gli artisti sono carichi. Dopo due ore piene di emozioni, di un tempo e al contempo senza tempo, finisce il concerto nella soddisfazione generale.
Barbara Lalle