Tommaso Foti contro le proteste pro Palestina degli studenti universitari: ‘Meglio mandarli a zappare’

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, contesta duramente gli studenti che in numerose università italiane (ma anche all’estero come in Usa e Francia) stanno protestando e manifestando in questi giorni contro la guerra d’Israele in Palestina.

Da una parte difendere il diritto legittimo al dissenso e dare voce ai diritti del popolo palestinese, dall’altra evitare che le proteste degenerino in un’ondata di antisemitismo che rievoca la peggiore stagione del secolo scorso. Negli Stati Uniti dove continuano le proteste degli studenti pro Palestina nelle università non è facile mantenersi in equilibrio tra queste due istanze, tanto più che il rischio di infiltrazioni di persone esterne agli atenei è altissimo e alcune realtà come la Columbia University hanno deciso di chiudere gli accessi a chi non ha il badge. Una decisione non risolutiva dal momento che il malcontento tra i ragazzi è enorme e molti sono stati sospesi per evitare di compromettere le cerimonie di laurea di maggio.

“Quando io vedo nelle università dei fuori corso prevalentemente che pensano che la rivoluzione si realizzi rompendo l’accordo con questa o quella università israeliana perché così favoriamo la lotta del popolo palestinese, io mi chiedo se era meglio mandarli all’Università o a zappare dove avrebbero ottenuto migliori risultati”, ha detto Foti durante un panel sulla libertà religiosa.

C’è chi reclama la pace, chi il rispetto dei diritti civili dei palestinesi e chi esige che siano interrotti i rapporti con gli atenei israeliani come reazione al conflitto che dallo scorso ottobre ha riacceso gli scontri in Medio Oriente. Mentre cresce il numero di tende fuori dalle università, aumenta la presenza di poliziotti in tenuta antisommossa. Uno scenario di grande tensione che divide il Paese, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali che decideranno il futuro non solo degli Stati Uniti, ma anche degli equilibri mondiali, legati a filo doppio con il destino dell’Ucraina e del conflitto israelo-palestinese, per il quale si temono ulteriori escalation.

Il parlamentare FdI ha parlato anche della legge “anti-moschee”, a sua prima firma, che introduce una stretta sui luoghi di culto non a norma (in particolare moschee e madrasse) e che ha ricevuto il primo via libera in commissione alla Camera.

“Vorrei sgombrare il campo che questa sia una legge anti, è una settimana che ci hanno nauseato con il termine anti, andiamo avanti”, ha detto Foti.

“Questa legge – ha aggiunto – dice che le associazioni del terzo settore se vogliono esercitare attività di culto lo fanno secondo” delle regole “per liberare una volta per tutte quelle che sono delle situazioni di abusivismo che non possiamo tollerare”.

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