Torino. Busta con proiettile a Equitalia: bufera su Grillo

Era destinata al direttore della sede di Equitalia a Torino, la busta con proiettile, intercettata ieri, nel tardo pomeriggio, dal personale delle Poste Italiane del centro di smistamento del capoluogo piemontese. La  busta conteneva anche anche un biglietto, che riportava soltanto la firma ‘Anarchia’. Si tratta del terzo episodio di una serie di minacce contro l’agenzia di riscossione dei tributi a Torino negli ultimi mesi, mentre sono ormai diverse le buste inviate nelle sedi Equitalia di varie regioni.

Questa volta però, c’è una differenza. Ad alimentare la polemica infatti intorno a tale vicenda, le parole pronunciate da Beppe Grillo. “Se Equitalia è diventata un bersaglio – scrive il comico genovese sul suo blog – bisognerebbe capirne le ragioni oltre che condannare le violenze. Un avviso di pagamento di Equitalia è diventato il terrore di ogni italiano. Se non paga l’ingiunzione “entro e non oltre” non sa più cosa può succedergli. Non c’é umanità in tutto questo e neppure buon senso. Monti riveda immediatamente il funzionamento di Equitalia, se non ci riesce la chiuda. Nessuno ne sentirà la mancanza”.

“In un momento di difficoltà bisognerebbe avere tutti il massimo senso di responsabilità e occorrerebbe difendere gli uomini che fanno il loro dovere al servizio della collettività. Questa volta la battuta non fa ridere nessuno”. Lo ha detto  il presidente di Equitalia Attilio Befera in relazione alle dichiarazioni rese da Grillo.

Per l’europarlamentare Debora serracchiani (Pd) “é estremamente pericoloso associare gli attentati alle sedi di Equitalia a un giudizio di disumanità nei confronti del sistema esattoriale”.

Lo afferma oggi commentando in una nota quanto scrive Beppe Grillo sul suo blog. Secondo Serracchiani “c’é sicuramente più di una riflessione da fare su Equitalia, ad esempio sui tassi di interesse delle cartelle esattoriali, sulla messa all’asta delle prime case o sull’impossibilità per le imprese di compensare debiti e crediti con lo Stato.

Ma da qui ad accreditare in modo strisciante il concetto che gli attentati dinamitardi sono un fenomeno ‘da capire’ – sottolinea – corre la stessa distanza che c’é tra la protesta civile e il lancio delle molotov”. Per l’esponente democratica “fomentare i sentimenti più torbidi e potenzialmente violenti per fare consenso è una tattica già sperimentata dalla Lega, ed evidentemente piace anche a Beppe Grillo.

E’ un peccato, anche perché l’ex comico si poteva ritagliare un ruolo più propositivo di quanto non sia – conclude – cavalcare banalmente il malcontento”.

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