Intascava i soldi del 5 per mille e una grossa percentuale sui sussidi di disoccupazione agricola. In cinque anni era riuscito ad accumulare un patrimoni di circa un milione di euro. Andrea Brignolo, ex segretario provinciale del Uila (Unione Italiana dei Lavoratori Agroalimentari) di Cuneo è stato fermato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di truffa nei confronti dello Stato, appropriazione indebita e falso. Sequestrate anche case, uffici, garage, polizze e fondi di investimento. Il sistema messo in piedi dal sindacalista era molto semplice. Secondo la ricostruzione della fiamme gialle, Brignolo carpendo la fiducia degli ignari richiedenti faceva loro sottoscrivere modelli pre-stampati in bianco, sui quali inseriva, all’insaputa degli associati, l’autorizzazione a procedere a una trattenuta a favore del sindacato. Però, a quanto pare, i soldi finivano sul suo conto personale. Approfittando della sua carica, negli ultimi cinque anni, avrebbe modificato sui modelli 730 le destinazioni del 5 per mille indicate dai contribuenti che si rivolgevano alla sede Uila di Alba, variando il beneficiario e indicando una fondazione, con sede a Roma, legata al sindacato. Inoltre, nella sua qualità di segretario provinciale (poi sospeso dall’incarico), aveva avocato a sè la gestione delle richieste all’Inps del contributo per la disoccupazione agricola, che numerosi associati presentavano annualmente. Una truffa che gli ha fatto accumulare un patrimonio di circa un milione di euro. La Guardia di Finanza ha proceduto, così ad un sequestro conservativo di due appartamenti utilizzati come abitazioni, due alloggi usati come ufficio e due garage, tutti ad Alba (Cuneo), (del valore commerciale superiore al milione di euro), oltre a polizze e fondi di investimento per un valore stimato di circa 400 mila euro. Il provvedimento disposta dalla magistratura nasce da un procedimento che lo scorso primo giugno aveva portato Brignolo agli arresti domiciliari con l’accusa di aver intascato i soldi del 5 per mille e una percentuale sulla disoccupazione dei lavoratori agricoli. L’uomo era tornato in libertà dopo 40 giorni agli arresti domiciliari.
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