Torino, Tav: attentato incendiario contro azienda Val Susa

Incendio in un’azienda in Val Susa in pieno giorno.  A dare l’allarme è stata la moglie del titolare. Siamo ormai al quindicesimo episodio di violenza in Val Susa dall’inizio dell’estate. “Basta con le intimidazioni No Tav in Val Susa”, dice, su Twitter, il senatore del Pd Stefano Esposito, da sempre convinto sostenitore della nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Alla Geomont due compressori ed una macchina, utilizzata abitualmente per trivellare nell’ambito dei lavori della Tav, erano andate a fuoco in un capannone, il 31 agosto scorso. L’attentato non è mai stato rivendicato.

Con l’interrogatorio del comandante dei carabinieri della compagnia di Susa, Stefano Mazzanti, è cominciato a Torino un processo legato alla costruzione della cosiddetta baita Clarea, presidio simbolo del movimento No Tav, oggi inglobata all’interno del cantiere del tunnel geognostico. Fra i 21 imputati ci sono Alberto Perino, leader storico del movimento che si oppone alla Torino-Lione, unico presente in aula, e Beppe Grillo, che prese parte ad alcune dimostrazioni. In questo dibattimento, la Procura contesta il reato di violazione di sigilli: la baita, formalmente abusiva, nel 2010 venne messa sotto sequestro, ma i No Tav la rioccuparono e la tennero fino al febbraio del 2012, quando fu estesa l’area del cantiere.

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