Dall’8 maggio 2023 è possibile richiedere sul portale INPS l’ISCRO 2023. Ma cos’è e chi può fare domanda? Iniziamo col dire che l’ISCRO è una speciale indennità che è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2021: un’agevolazione, in via sperimentale per il triennio 2021-2023, chiamata appunto Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO).
Si tratta di un aiuto rivolto ai lavoratori iscritti alla Gestione separata INPS che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo. Può essere richiesto una sola volta nei tre anni 2021-2023 ed è erogato, per 6 mensilità, a decorrere dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda. Quindi, non potranno accedere all’indennità ISCRO per l’anno 2023 coloro che hanno già fruito della stessa prestazione per l’anno 2021 o per l’anno 2022. Può invece presentare domanda chi, pur avendola già presentata gli scorsi anni, non ne abbia avuto accesso perché respinta.
L’erogazione dell’ISCRO è accompagnata dalla partecipazione, da parte dei beneficiari, a percorsi di aggiornamento professionale, i cui criteri e modalità sono definiti dal Ministro del Lavoro di concerto con il Ministro dell’Economia, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. La partecipazione ai corsi di aggiornamento viene monitorata dall’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro.
Indice
Quanto spetta
Chi può fare domanda: i requisiti
Quando si perde il diritto all’ISCRO: i casi di esclusione e decadenza
Come fare domanda
Quanto spetta
L’ISCRO è pari al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito da lavoro autonomo certificato dall’Agenzia delle Entrate e già trasmesso da questa all’INPS alla data di presentazione della domanda. In assenza di dichiarazione dei redditi certificata dalla Agenzia delle Entrate e relativa a uno degli ultimi quattro anni (2017-2018-2019-2020) precedenti all’anno di presentazione della domanda, quest’ultima non può essere accolta.
L’indennità non può essere inferiore a 254,75 euro al mese e non può essere superare a 815,20 euro mensili. Nel caso in cui uno dei due limiti venga meno, la cifra erogata corrisponde a 254,75 euro mensili e a 815,20 euro mensili. Gli importi vengono rivalutati ogni anno sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente. La prestazione non comporta accredito di contribuzione figurativa e non concorre alla formazione del reddito.
Per fare un esempio, se l’ultimo reddito annuo certificato è pari a 6mila euro, lo stesso viene diviso per due (3mila euro) e successivamente moltiplicato per il 25% (750 euro): l’ISCRO spettante in questo caso sarà pari, appunto, a 750 euro.
Chi può fare domanda: i requisiti
L’ISCRO è uno degli aiuti previsti per i lavoratori autonomi con partita Iva (qui tutti gli aiuti previsti per i liberi professionisti), ed è riconosciuto ai lavoratori autonomi che presentino questi requisiti contemporaneamente:
aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei 3 anni precedenti l’anno della presentazione della domanda. A titolo di esempio, se la domanda di indennità ISCRO è presentata nel 2021, il reddito da lavoro autonomo da considerare è quello risultante dalla dichiarazione dei redditi del 2020 (anno precedente alla presentazione della domanda), che deve essere inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo degli anni 2017, 2018 e 2019 (tre anni precedenti all’anno che precede la presentazione della domanda)
aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 8.145 euro, annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente. Questo limite prende in considerazione solo il reddito derivante dallo svolgimento dell’attività lavorativa autonoma ed esposto nella dichiarazione dei redditi nel quadro RE, RH o LM, nel caso rispettivamente di attività professionale individuale, partecipazione a studi associati o soggetti in regime forfettario. Non prende invece in considerazione altre tipologie di reddito, quale il reddito da lavoro dipendente o parasubordinato o di partecipazione a impresa
essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
essere titolari di partita IVA attiva da almeno 4 anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso
non percepire pensione, disoccupazione o Reddito di cittadinanza
non essere iscritto ad altre forme di previdenza obbligatorie.
Quando si perde il diritto all’ISCRO: i casi di esclusione e decadenza
Ci sono però alcuni casi, come sempre accade quando ci sono aiuti erogati da enti pubblici, in cui si perde il diritto al beneficio. Eccoli:
chiusura della partita IVA nel corso dell’erogazione dell’ISCRO
iscrizione ad altre forme previdenziali obbligatorie
Reddito di cittadinanza (questo requisito deve restare durante l’intero periodo di fruizione della indennità ISCRO)
NASpI o DiS-COLL
pensione
cariche elettive o politiche che prevedano, come compensi, indennità di funzione o altri pagamenti diversi dal solo gettone di presenza.
Nel caso di decadenza dal diritto all’indennità ISCRO riconosciuta per l’anno 2021 o per l’anno 2022, l’assicurato – pur non avendo beneficiato della prestazione per tutte le 6 mensilità legislativamente previste – non può comunque accedere una seconda volta alla prestazione nel triennio di riferimento.
Come fare domanda
Per avere l’ISCRO è necessario presentare specifica domanda all’INPS, esclusivamente online, entro il 31 ottobre dell’anno di riferimento.
La domanda si può inoltrate:
online, con:
– SPID di livello due o superiore
– CIE-Carta di identità elettronica 3.0
– CNS-Carta nazionale dei servizi
tramite Contact Center integrato: telefonando al numero verde 803 164 da rete fissa (gratuitamente) o al numero 06 164164 da rete mobile (a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
Per compilare la domanda è possibile accedere alla sezione “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche” raggiungibile a partire dalla home page del sito web dell’Istituto (www.inps.it), digitando il titolo della sezione nel motore di ricerca oppure seguendo il percorso “Sostegni, sussidi ed indennità” > “Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità” > selezionare la voce “Vedi tutti” nella sezione “Strumenti” > “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”; una volta autenticati, sarà necessario selezionare la voce “Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)”.
Assieme alla domanda per il 2023, l’assicurato deve autocertificare i redditi prodotti per ciascuno degli anni di interesse, salvo che gli stessi non siano già a disposizione dell’INPS, nel quale caso verranno presi in considerazione i dati reddituali di cui dispone l’Istituto, che saranno precaricati nel modulo online.