Uno dei monconi rimasti in piedi del Ponte Morandi a Genova, crollato lo scorso 14 agosto è più pericolante di quello caduto. Lo rileva la commissione ispettiva del Mit: l’esame della documentazione progettuale per gli interventi di manutenzione su Ponte Morandi evidenziano, si legge nella relazione della commissione, per ‘la pila n.10, sopravvissuta al crollo, uno stato di degrado dei materiali di grado più elevato, 4 su una scala di cinque, rispetto a quello che era stato riscontrato nella pila n.9 crollata, che risultava di livello 3’. Emerge sul pilone 10 di Ponte Morandi uno stato di corrosione di grado elevato, aveva riferito nel primo pomeriggio il prefetto della città Fiamma Spena, al termine della riunione del Centro coordinamento soccorsi a cui hanno preso parte forze dell’ordine, Comune, Regione e gli stessi tecnici della commissione del Mit.
Il pilone 10 sostiene il moncone Est della struttura, a ridosso delle abitazioni evacuate. Potrebbe dunque arrivare la decisione di demolire i due monconi del ponte: il governatore della Liguria Giovanni Toti chiarisce di aver mandato un sollecito ad Autostrade per l’Italia per demolire i resti del viadotto ‘non collassati e instabili’. Intanto, mentre la guardia di finanza è in questi momenti nelle sedi di Autostrade a Genova, Firenze e Roma per sequestrare, su mandato della procura genovese, documentazione in merito all’inchiesta per il crollo, Atlantia, holding della famiglia Benetton a cui fa capo Autostrade, fa sapere in una nota diffusa al termine del cda, di aver avviato le verifiche relative all’impatto della lettera di contestazione formulata dal Ministero dei Trasporti nei confronti di Autostrade, in merito agli strumenti finanziari del gruppo.
Intanto anche l’Anac fa i suoi accertamenti. L’autorità nazionale anticorruzione ha chiesto ad Autostrade per l’Italia l’invio degli atti predisposti e necessari per la manutenzione del viadotto della A10, approvati dal Cda della società. Si tratterebbe, in particolare, di progetto, capitolati tecnici e bando. Anac ha anche chiesto eventuali pareri richiesti al Mit. Gli accertamenti riguarderebbero una più generale questione di disparità tra investimenti programmati e realizzati.