Toti, il processo all’ex governatore della Liguria inizierà il 5 novembre

Inizierà il 5 novembre il processo a carico di Giovanni Toti, l’ex governatore della Liguria, finito sotto accusa per corruzione e finanziamento illecito. Lo ha deciso la gip Paola Faggioni dopo aver accolto la richiesta di giudizio immediato della Procura. Con Toti, andranno a processo anche Aldo Spinelli, imprenditore portuale, e Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità portuale.

Rito ordinario per Toti e Spinelli A occuparsi del procedimento sarà il primo collegio della prima sezione. Le difese dovranno decidere se scegliere il rito abbreviato, il patteggiamento o il rito ordinario. I legali di Toti e di Spinelli hanno già comunicato di volere il rito ordinario, mentre i difensori di Signorini starebbero valutando.

Tornato molto sui social il governatore dimissionario  ha postato una sua foto sorridente con il ponte San Giorgio insieme a Renzo Piano.

“Quattro anni di Ponte San Giorgio. Costruito a tempo di record, in meno di due anni, al posto del Morandi, su progetto dell’architetto Renzo Piano. Orgoglio della città e del Paese: il modello Liguria”. Giovanni Toti, rivendica con orgoglio l’opera di modernizzazione impressa dai 9 anni di amministrazione.

“Ci difenderemo da ogni accusa, con la coscienza a posto di chi non ha mai intascato un centesimo dei liguri, ma lasciamo una Liguria più ricca: di lavoro, di opportunità, di speranze”. prosegue il post di Toti.  “Quello che è accaduto in questi tre mesi è un processo alla politica: ai finanziamenti, trasparenti e legali, agli atti. Anch’essi legali e legittimi, che abbiamo ritenuto necessari e utili a far crescere la nostra terra. Tutto questo sarà tema di confronto in tribunale. Soprattutto spero sia oggetto di vera e definitiva riflessione della politica. Della politica tutta o, almeno, di coloro che non ritengono di usare opportunisticamente la giustizia a scopo politico. Mai come in questo caso l’autonomia della politica, la sovranità popolare, il suo finanziamento trasparente, la sua possibilità di indirizzare lo sviluppo e la crescita sono stati al centro del confronto tra la giustizia e il potere sovrano che discende dal popolo.

I magistrati interpretano le leggi ma la politica quelle leggi le fa. L’autonomia della politica, come quella della giustizia, dovrebbero essere un patrimonio di tutti. Difficile sperare consapevolezza da chi riempie le piazze di luglio, festeggiando l’aiuto arrivato”. Parole riferite chiaramente alle manifestazioni  di Schlein, Conte e Fratoianni ‘saliti’ a Genova per chiedere le dimissioni del governatore. “Ho fiducia in chi crede nella democrazia liberale e spero colga queste vicende come un definitivo campanello che suona per ricordare l’inerzia di troppi anni. Mi sono dimesso, richiamando tutti voi al voto, perché ora tocca ai cittadini decidere invece la sorte della nostra terra: andare avanti con la Liguria protagonista che abbiamo costruito, o consegnarla alla cappa grigia dell’ipocrisia, della cultura del sospetto, dell’immobilismo, della doppia morale”.

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