Toto-premier, ecco i nomi caldi

Rinviare Renzi alle Camere per verificare se ha ancora la fiducia e dunque una maggioranza. Al Quirinale, sebbene le consultazioni non siano ancora entrate nel vivo, si starebbe ragionando su questa ipotesi. Un’idea alla quale sarebbero favorevoli tutti tranne forse il diretto interessato. Un ritorno sulla poltrona di presidente del Consiglio, infatti, potrebbe mettere Matteo Renzi nella difficile condizione di essere il bersaglio perfetto di tutti.

Quella del reincarico a Renzi non è però l’unica strada. In un contesto di possibile governo ‘istituzionale’,riprende quota l’ipotesi di affidare il post-Renzi a Pietro Grasso. Il presidente del Senato dovrebbe vincere le resistenze di una parte del Pd, oltre che superare le scontate difficoltà legate alla ricerca del suo ‘erede’ a palazzo Madama. Il suo profilo, però, resta sempre ideale.

Altra ipotesi istituzionale, quella della presidente della Camera Laura Boldrini, meno piazzata però nel totonomi del collega del Senato. Un governo di questo tipo, infatti, per sua natura dovrebbe avere come primo requisito il gradimento di tutto l’arco costituzionale. La presidente della Camera, suo malgrado, si è trovata invece più volte in questi anni bersaglio di polemiche con alcune forze politiche. Meno ‘appeal’ sembrano avere i nomi di ex alte cariche dello Stato, come Luciano Violante o Pier Ferdinando Casini, o di uomini provenienti da Bankitalia, a partire dal governatore Ignazio Visco.

In grande ascesa viene dato il nome di Paolo Gentiloni. Sarebbe lui il super-favorito. Il ministro degli Esteri, oltre al fatto di essere ovviamente fine diplomatico, vanta buoni rapporti con tutto l’arco costituzionale, all’interno del Pd, con il Quirinale e non faticherebbe certo a prendere in mano in corsa i vari dossier internazionali.

Resta intanto sempre al ‘top’ l’ipotesi Pier Carlo Padoan: ottime credenziali internazionali e buon ‘feeling’ con Renzi, il ministro dell’Economia potrebbe tra l’altro seguire da vicino tutto il lavoro di ‘rifinitura’ della manovra che, specie dopo il via libera lampo al Senato, necessiterà di una serie di interventi di restyling in fase di decretazione. Tra le soluzioni interne al Pd rimane, ovviamente, il nome di Dario Franceschini, che sarebbe un premier in piena armonia con il Quirinale. Dalla sua, il ministro della Cultura vanta il fatto di avere legami praticamente con tutti i gruppi parlamentari, ovviamente con un occhio di riguardo al mondo centrista. Per le sue doti di mediatore anche Graziano Delrio viene indicato come possibile erede di Renzi a palazzo Chigi. Il ministro delle Infrastrutture, tra l’altro, tra i renziani è forse quello che gode delle migliori relazioni con tutte le altre anime del Pd.

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