Forte del grande successo di pubblico riscontrato nel corso delle prime tre edizioni e consacrato ormai tra gli appuntamenti di punta dell’estate italiana dei festival, dal 18 giugno all’11 luglio 2020 torna Pompeii Theatrum Mundi, la rassegna di drammaturgia antica promossa dal Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale e dal Parco Archeologico di Pompei, in collaborazione con la Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia, che giunge alla sua quarta edizione.
Secondo un articolato calendario, tra il 18 giugno e l’11 luglio 2020, sul palcoscenico del Teatro del II sec. a.C. del Parco di Pompei, andrà in scena il quarto ciclo di spettacoli con tre prime assolute e una esclusiva italiana, proposte al pubblico nella sorprendente atmosfera del più bel sito archeologico del mondo.
Si parte il 18 giugno con il debutto in prima assoluta di Antigone di Jean Anouilh, nella messa in scena firmata da Luca De Fusco, che avrà tra i protagonisti Eros Pagni, Gaia Aprea, Paolo Serra, in replica il 19 e 20 giugno. La produzione dello spettacolo è del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova e Fondazione Campania dei Festival–Napoli Teatro Festival Italia.
Il 25, 26 e 27 giugno l’atteso debutto in prima assoluta della Medea di Seneca con la regia del maestro russo Andrey Moguchy. Per la prima volta nella sua carriera Moguchy dirigerà, per questa Medea che ha definito un “dramma in opera”, un cast di attori italiani, con la cantante lirica georgiana Nana Tatishvili. Lo spettacolo è prodotto da Teatro Stabile di Napoli–Teatro Nazionale, Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia.
Il 2 luglio, con repliche il 3 e il 4, terzo debutto in prima assoluta con il Plutus (In ricchezza e in povertà), di Eduardo Erba ispirato a Aristofane, con la regia di Alfonso Postiglione. Lo spettacolo, il cui cast è in via di definizione, è prodotto da Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, La Pirandelliana, Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia.
Ultimo appuntamento della rassegna, il 10 e 11 luglio, l’esclusivo debutto italiano del nuovo spettacolo del grande coreografo anglo-bengalese Akram Khan, Outwitting the Devil, presentato con enorme successo di pubblico e di critica la scorsa estate al festival di Avignone.
Sei danzatori ai quali Khan affida il suggestivo racconto di un frammento delle dodici tavolette d’argilla che insieme formano uno dei capolavori della letteratura mondiale, di origine sumera, qual è L’Epopea di Gilgamesh. Nello specifico lo spettacolo si concentra su un violento capitolo dell’infanzia di Gilgamesh, letto e ricordato da sé stesso più vecchio e morente. Le musiche originali sono firmate dal napoletano Vincenzo Lamagna, acclamata star della scena musicale internazionale.
Per Filippo Patroni Griffi, presidente dello Stabile di Napoli, «Questa nuova edizione della rassegna rafforza la partnership tra il Teatro Stabile e il Parco Archeologico di Pompei, nella rinnovata collaborazione con la Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia. Il Teatro Grande di Pompei si conferma luogo di inclusione; spazio plurale per riflettere sull’oggi e pensare al domani, con apertura, slancio e il passo lungo della cultura che poggia sulle proprie radici».
Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico di Pompei, sottolinea che «per Pompei è stato un anno di grandi scoperte, di eventi, di mostre importanti, ma anche del teatro di qualità che si ripropone nel 2020 per il quarto anno consecutivo.
Una conferma del successo delle edizioni passate che hanno visto aumentare di anno in anno il pubblico, sempre più internazionale, e hanno dimostrato che dalla collaborazione tra istituzioni e dall’investimento su progetti a lungo termine si possono cogliere ottimi frutti».
«In questa sede – dichiara il direttore del Teatro Stabile di Napoli e ideatore della rassegna Luca De Fusco – ho piacere di precisare quanto io sia orgoglioso delle nostre Stagioni al Teatro Grande di Pompei, una delle novità più significative nel panorama della prosa italiana degli ultimi anni, che ha restituito all’uso più consono uno splendido monumento degli Scavi pompeiani».