Giorgia Meloni per la tragedia di Crotone, in cui hanno perso la vita oltre 70 migranti. Nella lettera scritta alle istituzioni europee – da noi pubblicata integralmente – la presidente del Consiglio sottolinea il dovere di evitare che fatti del genere accadano ancora. Meloni chiede di evitare le soluzioni di facciata, utili solo sul piano comunicativo e di gestire il fenomeno migratorio in sicurezza. La leader di Fratelli d’Italia scrive al presidente del Consiglio Ue, alla presidente della Commissione e al primo ministro di Svezia, che detiene la presidenza di turno, e chiede una politica europea sui rifugiati.
Ecco il testo integrale della lettera:
Caro Presidente del Consiglio Europeo, Caro Charles,
Cara Presidente della Commissione Europea, Cara Ursula,
Caro Primo Ministro di Svezia, Caro Ulf,
il naufragio avvenuto nei giorni scorsi a pochi metri dal litorale di Crotone, nel quale sono morte decine di persone e tra queste molti bambini, ha sconvolto tutti noi. Non si tratta purtroppo di un caso isolato. In Italia da molti anni ci ritroviamo a piangere tragedie come quelle di domenica scorsa nelle quali chi prova a raggiungere le nostre coste su imbarcazioni di fortuna perde la vita in mare. È nostro dovere, morale prima ancora che politico, fare di tutto per evitare che disgrazie come queste si ripetano.
Si tratta di una sfida difficilissima perché quello delle migrazioni è un fenomeno epocale e complesso, soprattutto quando le imbarcazioni cariche di migranti prendono la via del mare. Proprio per questo non possiamo cadere nella tentazione di accontentarci di facili soluzioni di facciata, utili forse sul piano comunicativo, ma del tutto inadeguate a risolvere la questione.
Non si tratta di trovare gli strumenti per annullare la migrazione verso l’Europa, ma di stroncare la tratta illegale di esseri umani, e fare in modo che il fenomeno migratorio sia gestito nel rispetto delle regole e della sicurezza (anzitutto nell’interesse degli stessi migranti), e con numeri tali da consentire l’effettiva integrazione di chi viene in Europa con la legittima aspirazione a una vita migliore.
È fondamentale, in primo luogo, distinguere l’accoglienza di profughi e rifugiati dalle politiche migratorie connesse a chi, comprensibilmente, chiede di venire in Europa per ragioni economiche. Confondere i due piani, come si è spesso fatto fin ora, va a discapito proprio dei più fragili e bisognosi di aiuto. E non è giusto.Serve una politica unica europea sui rifugiati che preveda il sostegno al di fuori dei confini UE di chi è colpito da guerre e calamità, e corridoi umanitari legali e sicuri per i profughi che gli Stati europei decidono di accogliere sul proprio territorio.
Ma per l’immigrazione, che ribadisco essere materia completamente diversa dai profughi, l’unica possibilità di ingresso deve essere data dalle quote di immigrazione legale che ogni Stato decide liberamente stabilire. Così come fatto dal Governo da me presieduto con il decreto flussi con il quale si consente l’arrivo regolare di lavoratori stranieri, secondo necessità preordinate e definite.
Non possono essere le organizzazioni criminali e i trafficanti di esseri umani a gestire i flussi migratori verso l’Europa, come purtroppo accade da diversi anni a questa parte. Queste organizzazioni criminali si stanno arricchendo a dismisura sulla pelle dei disperati, e più aumentano i loro guadagni più le condizioni di chi tenta di attraversare il Mediterraneo diventano precarie. Una civiltà come la nostra non può consentirlo.
Occorre quindi lavorare tutti insieme per ribadire il principio che in Europa si entra solo legalmente, e quindi in condizione di totale sicurezza. Occorre sviluppare e potenziare i canali legali di migrazione, distinti tra chi ha diritto alla protezione internazionale e chi intende accedere per ragioni di lavoro. E occorre contrastare, senza tentennamenti, i clan criminali che alimentano l’immigrazione illegale di massa.
Senza concreti interventi dell’UE, sin dalle prossime settimane e per l’intero anno, la pressione migratoria sarà senza precedenti, posto il difficile contesto che investe vaste zone del Pianeta.
Rifiuto l’idea che nulla possa esser fatto e che l’Europa debba rassegnarsi a prendersi cura solo di chi riesce ad avvicinarsi alle nostre coste o ai nostri confini dopo aver affidato la propria vita e quella dei propri figli a trafficanti senza scrupoli, pagati profumatamente per accedere a viaggi disperati.
La politica è responsabilità, consapevolezza, capacità di fare delle scelte per gestire fenomeni complessi. È quello che dobbiamo fare insieme anche in tema di immigrazione. Dipende da noi, dalla nostra volontà di mettere in campo soluzioni che sino a oggi non sono state adottate.
Al Consiglio Europeo straordinario dello scorso febbraio abbiamo individuato alcune misure che vanno nella giusta direzione, ma il fattore tempo è decisivo. È fondamentale e urgente adottare da subito iniziative concrete, forti e innovative per contrastare e disincentivare le partenze illegali, ricorrendo anche a urgenti stanziamenti finanziari straordinari per i Paesi di origine e transito affinché collaborino attivamente.
L’Italia è pronta, a partire dal prossimo Consiglio Europeo, a dare il suo contributo a ogni iniziativa comune che vada in questa direzione, per evitare di ritrovarci a breve a piangere nuove tragedie. Confido che non sia sola in questa battaglia di civiltà.
Un caro saluto
A seguito dell’iniziativa di Giorgia Meloni arriva la risposta di Von der Leyen scrive a Meloni: ‘Sull’immigrazione servono soluzioni Ue”
Bruxelles risponde alla premier, necessario agire su 3 fronti: cooperazione con i paesi del Nord Africa, corridoi umanitari sicuri e coordinamento della attività Sar
La Commissione Ue “ha risposto” alla lettera che la premier Giorgia Meloni ha scritto sul problema dei flussi migratori. Lo dice una portavoce dell’esecutivo Ue. Nella lettera si riconosce il bisogno di trovare soluzioni a lungo termine sul problema della migrazione, in linea con il messaggio della presidente della Commissione prima del Consiglio di febbraio, rinnovare gli sforzi per arrivare ad un accordo sul Patto per la migrazione e dare risposte operazionali”, dice. “La migrazione va affrontata con un approccio olistico, combattendo i trafficanti, mettendo in campo i rimpatri per chi non ha diritto di restare, ma anche offrendo percorsi chiari per migrazioni sicure e legali”.
Il dovere morale di evitare tragedie come quella di Cutro e il lavoro necessario su tre priorità: cooperare con i Paesi del Nord Africa per evitare le partenze irregolari, sviluppare corridoi umanitari sicuri e aumentare il coordinamento per le attività di Search & Rescue. Lo ha scritto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen nella lettera in cui ha risposto a Giorgia Meloni dopo la tragedie di Cutro. “Condivido totalmente la tua opinione che come europei, politici e cittadini, abbiamo il dovere morale di agire per evitare simili tragedie. Quest’ultima deve quindi servire da richiamo a raddoppiare la nostra determinazione a portare soluzioni efficaci e durature”, ha scritto von der Leyen ricordando che, se “è vero che la migrazione è una realtà complessa e in continua evoluzione” è vero anche che “abbiamo dimostrato che quando agiamo insieme, l’Ue può gestire la migrazione. Ad esempio, con i milioni di ucraini in fuga dalla guerra in Russia” che “hanno provocato il più grande sfollamento nel nostro continente dalla Seconda guerra mondiale. E’ chiaro che la migrazione è una sfida europea che richiede una soluzione europea”.
Nel testo la numero uno dell’esecutivo europeo spiega anche come “avanzare nel nuovo Patto di Migrazione e Asilo per spezzare il ciclo di soluzioni frammentarie che non portano progressi sufficienti”. Da qui, sottolinea von der Leyen discendono tre priorità: “aiutare chi ha bisogno di protezione internazionale, prevenire le partenze irregolari, combattere le i trafficanti criminali, offrire percorsi per una migrazione sicura e legale, rimpatriando quelli che non hanno il diritto a restare”. Nella lettera – nella quale in copia von der Leyen mette anche il presidente del Consiglio Ue Charles Michel e il premier svedese (presidente di turno del semestre) Ulf Kristersson – la presidente della Commissione annuncia che, da qui al 2025, l’Ue metterà a disposizione mezzo miliardo per il reinsediamento in Europa attraverso corridoi umanitari di circa 50mila persone. Anticipa inoltre che, al Consiglio europeo del 23 e 24 marzo fornirà un report sullo stato dell’arte delle misure operative finora messe in campo da Bruxelles.
“Per lavorare assieme per un approccio più coordinato nelle attività di Search and Rescue la Commissione ha rilanciato il gruppo di Contatto europeo come parte del Piano di azione per il Mediterraneo centrale. Il gruppo offre uno spazio per promuovere il coordinamento tra le autorità nazionali. Sono contenta del forte coinvolgimento dell’Italia “. Lo ha scritto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nella lettera di risposta a Giorgia Meloni dopo la tragedia di Cutro. “Al prossimo Consiglio europeo provvederà a fornire lo stato dell’arte sulle misure operative proposte a febbraio”.
“Dobbiamo concentrare i nostri sforzi su coloro che necessitano di protezione internazionale fornendo loro reali alternative al mettersi nelle mani dei criminali. Il lavoro dell’Italia e di altri nell’offrire percorsi legali e sicuri attraverso corridoi umanitari offre un cruciale contributo – ha proseguito von der Leyen -. Provvederemo con almeno mezzo miliardo nel finanziare nuovi insediamenti e corridoi umanitari da qui al 2025, offrendo supporto ad almeno 50mila persone”.
“Palazzo Chigi esprime profonda soddisfazione per le parole indirizzate all’Italia e all’azione dell’esecutivo sul tema della migrazione da parte del Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in risposta a una missiva che il Presidente del Consiglio aveva inviato alle massime istituzioni europee all’indomani della tragedia di Cutro”. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi. “Dalle parole del Presidente della Commissione – si spiega – emerge infatti la piena consapevolezza di come vi sia la necessità di una concreta e immediata risposta europea in tema migratorio”.