Tragedia Rigopiano, vanno all’asta le bottiglie di vino: un brindisi da 1.800 euro. È polemica

Torna a far discutere il Rigopiano, l’hotel della tragedia nella quale persero la vita ventinove persone, uccise dalla valanga che travolse la struttura. Il caso torna alla ribalta per un’asta giudiziaria decisamente discutibile. Sono state infatti messe in vendita le bottiglie di vino e di champagne della cantina dell’hotel. Quelle che si sono salvate ovviamente. Bottiglie di vino della tragedia di Rigopiano all’asta, è polemica Come riferito dall’Ansa, le bottiglie della cantina dell’hotel Rigopiano sono in vendita sul sito Aste Giudiziarie. I pezzi pregiati hanno attirato l’attenzione dei collezionisti che non si sono fatti sfuggire la testimonianza di una delle tragedia che ha segnato gli ultimi anni della storia italiana. Stando alle informazioni raccolte, alcune bottiglie sono state vendute al prezzo record di 1.800 euro. L’avvocato Reboa ha parlato dell’asta della discordia provando a ricostruire quanto accaduto: “Le ha messe in vendita il curatore del Fallimento 70/2010, Del Rosso srl, mentre non è conosciuto chi farà il macabro brindisi al prezzo di aggiudicazione di 1.800 euro e ha partecipato per rilanciare, dato che il prezzo base era di 700 euro. L’annuncio è apparso sul sito Aste Giudiziarie“.

La notizia ha avuto delle ripercussioni soprattutto tra i parenti delle vittime del Rigopiano, che hanno assistito ad una macabra asta dei resti della tragedia. Il curatore dell’asta fallimentare ha parlato ai microfoni dell’Adnkronos difendendo la scelta. “Il discorso non è in questi termini, si tratta di beni della società che gestiva l’albergo che era debitore nei confronti della procedura fallimentare e che sono stati ceduti a pagamento di parte del debito, non avendo altre risorse per pagarlo. Io, di conseguenza, con l’autorizzazione del giudice, li sto mettendo in vendita. Non c’è alcun collegamento tra i beni all’asta e le vicende che riguardano la valanga che ha poi travolto l’albergo, così come non c’entrano le vittime. Sono commenti speculativi. Tra l’altro, nell’area che è sotto sequestro noi siamo entrati con autorizzazione della Procura della Repubblica e del Gip insieme ai carabinieri. Il fallimento è estraneo alle vicende dell’albergo, ripeto, perché di proprietà di terzi”.

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