I soldi ci sono, ma il rischio molto concreto – ha sottolineato – è che per riuscire a spenderli si debba passare troppo tempo a convincere tedeschi e olandesi. O persino a farci dire da loro cosa dobbiamo fare con le nostre pensioni. E un domani, magari, anche con i clandestini che ci lasciano.
In un’intervista al ‘Mattino’ la Meloni ha riconosciuto al premier di aver combattuto per portare a casa il risultato migliore. Ma, ha spiegato, ‘ritengo abbia fatto degli errori nell’impostazione della trattativa. Ha dato per buoni i 500 miliardi di sussidi proposti da Merkel e Macron salvo poi dirsi disponibile a una loro diminuzione in cambio di zero condizionalità. È finita con meno sussidi e più condizionalità’. Meloni parla dei sui rischi connessi a questo esito e chiede di vederci chiaro.
‘Lasciatemi il diritto di restare scettico’. Matteo Salvini, in merito alla chiusura del lungo vertice Ue, e riguardo ai soldi fatti vedere dal premier come se fossero già pronti per essere allocati sui conti correnti di artigiani, commercianti e imprenditori, non crede proprio. E a chi durante la conferenza stampa al Senato gli obietta che anche il Capo dello Stato ha condiviso l’accordo di Bruxelles, replica: ‘Mattarella ha sempre ragione. Ma aspettiamo che arrivino e che si trasformino in taglio delle tasse’.
La presidente Casellati deve intervenire due volte per consentire al leader leghista di parlare senza essere interrotto. La maggioranza rumoreggia, ma il discorso di Salvini li spiazza: ‘Se Conte porta in aula il taglio dell’Iva, i voti della Lega ci sono’. Si inalbera, invece, quando rimarca il tentativo del premier di dividere il centrodestra distinguendo ‘l’opposizione buona’, cioè Forza Italia, da ‘quella cattiva’, Lega e FdI. Il premier non può dare patenti». Il tema resta quello dei soldi negoziati nel vertice Ue. Arriveranno a 2021 inoltrato. Ma il problema è adesso. Domani è troppo tardi. Del resto, puntualizza, rivolgendosi al premier, ‘questo è un prestito un po’ strano’. È la prima volta – spiega Salvini – in cui un imprenditore, cioè il governo italiano, chiede un prestito. La banca, la Ue, glielo concede dopo quattro giorni di trattative, ma gli dice ‘questi soldi li spendi come dico io’.
Luigi Di Maio in un’intervista a ‘La Repubblica’ dichiara che il merito della trattativa va dato a ‘tutta la squadra’, compreso quel ‘corpo diplomatico’ di cui sarebbe il capo, e poi facendo risalire la svolta europeista del M5S all’elezione di Ursula von der Leyen al vertice della Commissione.
Poi si parla del Mes. Fosse per Conte, quei soldi li intascherebbe subito. Ma Di Maio lo attende al varco: ‘Il presidente Conte ha detto e confermato in queste ore che l’Italia non ne avrà bisogno. Non abbiamo motivo di dubitare delle sue parole’. Alla domanda se Conte potrebbe diventare il capo politico del M5S, da una risposta secca: ‘Dovrebbe iscriversi’. Se lo facesse, assicura, lui ne sarebbe molto felice…