‘La Croce Rossa guarda con fiducia ai negoziati che sono appena ricominciati al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York sul trattato che proibisce le armi nucleari: si tratta di uno spartiacque epocale che potrebbe portare all’eliminazione totale delle testate atomiche. Auspichiamo che, oltre ai 132 stati che già hanno lavorato sulla prima bozza di trattato, altre nazioni vogliano far parte dei negoziati ufficiali. La posizione della Croce Rossa è chiara: proibire ed eliminare le armi nucleari è un imperativo umanitario. L’uso di armi nucleari causerebbe morti e feriti su larga scala e non esisterebbero mezzi efficaci per fornire assistenza medica e umanitaria per salvare vite umane dopo l’utilizzo di armi di questo tipo. Le conseguenze umanitarie di qualsiasi uso di armi nucleari sarebbero catastrofiche e le ripercussioni anche di uno scambio nucleare ‘limitato’ sarebbero globali: tutti gli Stati devono avere un interesse per il divieto e l’eliminazione delle armi nucleari. Non si tratta solamente di pensare all’eventualità di una guerra nucleare, ma anche solo a un incidente durante un trasporto che causerebbe una catastrofe umanitaria. Sappiamo che alcuni stati non aderiranno ai negoziati in questo momento, ma continuiamo a lavorare a livello globale perché partecipino e intervengano urgentemente per ridurre i rischi immediati di un uso intenzionale o accidentale di tali armi. Ci sono alcuni passi intermedi che anche gli Stati che non partecipano ai negoziati possono fare tra cui la riduzione del ruolo delle armi nucleari nella dottrina e nei piani militari e una maggiore trasparenza sulle azioni adottate per prevenire detonazioni accidentali. Conoscendo le conseguenze dell’utilizzo delle armi nucleari, qualsiasi rischio di un eventuale utilizzo è inaccettabile. Non partecipare a questo passaggio epocale sarebbe perdere un importante incontro con la storia’, ha dichiarato il Presidente nazionale di Croce Rossa Italiana e Vice-Presidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Francesco Rocca.