Tre arresti per caporalato ad Asti. I carabinieri della Compagnia di Canelli hanno eseguito il fermo di persone che erano a capo di una cooperativa che sfruttava il lavoro degli extracomunitari. Trenta euro al giorno per dieci ore di lavoro ininterrotte. I cittadini di nazionalità albanese sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravanti dalla finalità di discriminazione razziale. Altre cinque persone sono state denunciate a piede libero. La loro posizione sarà valutata nelle prossime settimane.
Il blitz dei carabinieri è scattato dopo la denuncia presentata da alcuni extracomunitari. Gli stranieri sfruttati lavoravano per dieci ore al giorno e venivano pagati circa trenta euro. Dai salari venivano detratti le spese di vitto e alloggio oltre che il trasporto, per la maggior parte in nero. Solo il 20% veniva denunciato all’Inps. Un’operazione che ha portato al fermo dei tre caporali. I cittadini albanesi dovranno rispondere di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. I capi di questa operazione prelevavano i migranti dai centri di accoglienza e li portavano in vigna senza alcun rispetto delle norme di sicurezza.
Oltre ai tre fermati, gli inquirenti hanno denunciato a piede libero cinque persone. Si occupavano del trasporto dei braccianti in vigna e controllo. Tra questi anche una donna che gestiva la contabilità dei profitti e la corresponsione dei compensi. Gli approfondimenti continueranno nelle prossime ore per cercare di capire se altre persone sono coinvolte in questa vicenda. I migranti sono stati portati nel centro di accoglienza. A breve saranno ascoltati dagli inquirenti per ricostruire meglio la vicenda. La lotta al caporalato in Italia continua con il Governo che pensa di regolarizzare i braccianti per mettere fine a questo sfruttamento.