Le mensilità aggiuntive “muovono” quasi 47 miliardi di euro, di cui una notevole parte finisce però nelle casse statali. Per non parlare delle bollette, delle rate dei mutui e del caro vita
Il mese di dicembre per molti lavoratori è sinonimo di tredicesima, la mensilità aggiuntiva che viene corrisposta (nella stragrande maggioranza dei casi) in un’unica soluzione a fine anno (ecco cosa fare se l’assegno non arriva o arriva in ritardo). Il 2022 riserverà però sorprese poco piacevoli ai contribuenti, che vedranno gran parte del loro “stipendio extra” letteralmente “mangiata” dalle tasse.
I pensionati cominceranno a riscuotere la tredicesima da giovedì 1° dicembre, mentre i dipendenti pubblici e quelli privati lo faranno entro le prossime tre o quattro settimane.
Tredicesima “preda” di tasse, bollette e mutui
Secondo i dati forniti dalla Cgia di Mestre, quest’anno l’ammontare delle tredicesime toccherà i 46,9 miliardi di euro, di cui 11,4 miliardi verranno “assorbiti” dal Fisco. I destinatari sono 33,9 milioni di italiani, così divisi: 16,1 milioni pensionati e 17,8 milioni lavoratori dipendenti. Se all’ammontare lordo complessivo si sottraggono gli 11,4 miliardi di ritenute Irpef, che finiranno nelle casse dell’Erario, nelle tasche degli italiani rimarranno dunque 35,5 miliardi.
Non saranno però solo le tasse a “mangiare” le tredicesime. Sempre secondo la Cgia, una fetta consistente dell’agognata mensilità aggiuntiva verrà spesa a dicembre per pagare, in particolare, le bollette sempre più alte di luce e gas e le ormai esagerate rate del mutuo. Per non parlare del saldo dell’Imu della seconda abitazione e delle spese per i consueti regali e consumi natalizi.
Proprio in quest’ultimo ambito, la Cgia stima che la spesa per gli acquisti delle Feste non dovrebbe risultare inferiore a quella registrata l’anno scorso, quando sfiorò i 9,5 miliardi di euro. Considerando però il caro vita e l’aumento generalizzato dei prezzi, a parità di spesa si metteranno molti soldi in meno da parte. Sembrano ormai lontanissime le cifre spese prima della grande crisi del 2008-2009, quando per i regali natalizi si facevano acquisti per 18-19 miliardi di euro. La contrazione registrata in questi ultimi anni in parte è anche ascrivibile al fatto che molti anticipano gli acquisti a novembre, approfittando delle occasioni del Black Friday. Il circolo vizioso della crisi si chiude con il minor giro d’affari sofferto dalle attività commerciali che vendono articoli al dettaglio, i cosiddetti negozi di vicinato. Gli outlet e i grandi centri commerciali sembrano invece navigare a vista, riuscendo a mitigare le entrate inferiori.
A chi spetta la tredicesima e quanto vale
Passando alle definizioni, la tredicesima mensilità rappresenta dunque un riconoscimento economico aggiuntivo rispetto alla normale retribuzione, erogata nel mese di dicembre a determinate categorie di dipendenti privati e pubblici, oltre che ai pensionati (ne abbiamo parlato anche qui). Non spetta invece a lavoratori autonomi, partite IVA, lavoratori a progetto e parasubordinati, disoccupati e percettori di NASPI.
La busta paga extra viene maturata durante il corso dell’anno. Per i lavoratori dipendenti di aziende private, il pagamento della tredicesima è disciplinato dal Contratto Collettivo Nazionale di lavoro e viene corrisposto in ogni caso prima del 25 dicembre.
A qualcuno spetta anche la quattordicesima
Non solo tredicesima: circa 8 milioni di lavoratori dipendenti del settore privato – pari a grossomodo la metà del totale – beneficiano anche della quattordicesima, che viene solitamente erogata a luglio. A riferirlo è ancora la Cgia, ricordando i contratti nazionali di lavoro che prevedono questa mensilità aggiuntiva:
agricoltura
alimentare
autotrasporto
commercio
turismo e ristorazione
comparto pulizia e multiservizi