Tregua in Libia, Haftar chiede 2 giorni per valutare l’accordo con al Sarraj

La conferenza di Berlino sulla Libia si dovrebbe tenere il 19 gennaio. Lo ha comunicato ufficiosamente la Germania ai Paesi partecipanti, tra cui l’Italia, secondo quanto si apprende. Il premier Conte, in visita al Cairo ha confermato che è arrivato l’invito della cancelliera Merkel e che la conferenza dovrebbe tenersi come previsto domenica 19 gennaio.

A un giornalista greco, che ha insistito sulla data del 19, chiedendo come si possa nel caso improvvisare una conferenza del genere, il portavoce della Merkel Steffen Seibert ha replicato che il summit è stato preceduto da un processo in corso da tempo, la cancelliera e il ministro degli Esteri lavorano da settimane a questo processo internazionale.

Seibert ha citato i quattro incontri di lavoro, che si sono già tenuti, e le consultazioni con diversi Stati, fra cui l’Italia.

Il presidente russo Vladimir Putin e la cancelliera tedesca Angela Merkel si sono sentiti al telefono, su iniziativa di Berlino:’Le parti hanno discusso dei preparativi per la conferenza internazionale sulla Libia a Berlino’.  Putin ha anche informato la Merkel sull’incontro di Mosca a cui hanno partecipato i leader delle parti coinvolte nel conflitto libico.

Il premier non ha escluso la possibilità di mandare soldati italiani in Libia. Ne discuteremo a Berlino – ha precisato – e se ci saranno le premesse l’Italia è disponibile. Ma non manderemo uno solo dei nostri ragazzi se non in un contesto di sicurezza e con un mandato chiaro. L’Italia ovviamente, se si tratta di dare ogni forma di contributo per la pacificazione è disponibile ma in questo momento non ha senso ragionare di ridislocamento, bisogna vedere le premesse. In un contesto chiaro e certo, l’Italia farà questa valutazione.

Il premier del governo di Tripoli Fayez al Sarraj si è recato oggi nuovamente a Istanbul dopo i colloqui a Mosca sul cessate il fuoco in Libia. Lo riferiscono i media turchi. Si attende quindi un nuovo incontro sulla situazione della tregua con il presidente Recep Tayyip Erdogan o altri alti esponenti dell’esecutivo di Ankara. Sarraj era stato l’ultima volta due giorni fa a Istanbul per un colloquio di 2 ore e mezza con Erdogan.

Il maresciallo Khalifa Haftar ha lasciato Mosca senza firmare l’accordo di cessate il fuoco con il governo di accordo nazionale guidato da al-Sarraj.  Haftar, dopo aver chiesto una notte di tempo per meditare sul testo dell’accordo, ha affermato, secondo Al Arabiya, che il documento proposto ignora molte richieste dell’esercito nazionale libico.

 Khalifa Haftar ha accolto positivamente l’intesa su una tregua in Libia ma prima di firmare gli servono due giorni per discutere il documento con i leader delle tribù che sostengono l’esercito nazionale libico: lo dichiara il ministero della Difesa russo, ripreso dall’agenzia Interfax.

Sarraj invece, come annunciato dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, ha firmato l’accordo’ sulla tregua in Libia.

Il presidente turco  Erdogan ha promesso di infliggere una lezione al generale Khalifa Haftar se dovesse riprendere i suoi attacchi.

Mosca propone di unire gli sforzi compiuti dagli europei e dai vicini della Libia, nonché quelli di Russia e Turchia, e agire così in un’unica direzioni per spingere tutte le parti libiche a raggiungere accordi piuttosto che sistemare le cose militarmente. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato dalla Tass.

Neanche stavolta Fayez Al Sarraj, capo del Governo di accordo nazionale libico, e il suo rivale Haftar si sono seduti allo stesso tavolo. Al Sarraj – ha fatto sapere il capo dell’Alto Consiglio di Stato, Khaled Al Mishri – ha respinto ‘con decisione’ la proposta di incontrare il generale. I colloqui di Mosca sono tenuti con Turchia e Russia, ha sottolineato Al Mishri. A chiedere più tempo però è stato il generale della Cirenaica, che non ha firmato il documento come anche il presidente del parlamento libico con sede a Tobruk, Aguila Salah. Le forze armate di Haftar non hanno intenzione di ritirarsi e manterranno le posizioni conquistate vicino a Tripoli, è la posizione ufficiale. Abbiamo intenzione di liberare tutta la terra libica da milizie e gruppi terroristici”, si legge in un comunicato del sedicente Esercito nazionale libico (Lna) citato dalla Tass, in cui si chiarisce: ‘Non arretreremo di un solo passo’.

Per Tripoli, il documento messo a punto dalla Russia e dalla Turchia sulla tregua è buono e equilibrato e noi lo abbiamo firmato. Ma Haftar non accetta il testo perché non vuole ritirare le truppe, ha detto all’Ansa l’ambasciatore libico presso l’Ue Hafed Gaddur che fa parte della delegazione del premier libico Sarraj a Mosca.   Secondo i russi, la firma arriverà, perché per Haftar è importante mantenere la Russia come alleato. Un messaggio neanche troppo cifrato per chiarire cosa Mosca si aspetta dal generale.

COSA PREVEDE LA BOZZA DI ACCORDO.

Osservanza incondizionata del cessate il fuoco, la definizione di una ‘linea del fronte’ che le due parti non dovrebbero oltrepassare ed una commissione militare sotto egida Onu che verifichi il rispetto della tregua. Sono alcuni dei punti della bozza di accordo tra le parti libiche che si sta negoziando a Mosca.

Nell’intesa c’è un’introduzione in cui le parti si impegnano a supportare l’iniziativa turco-russa per una cessazione duratura delle ostilità e riaffermano i principi di indipendenza, sovranità e unità della Libia secondo i dettami dell’Onu. E si sottolinea che non può esserci una soluzione militare, ma serve un dialogo inclusivo intra-libico. Il documento, poi, si articola su sette punti specifici: al primo le parti si impegnano ad assicurare l’osservanza incondizionata della cessazione delle ostilità, che è entrata in vigore a mezzanotte del 12 gennaio. Nel secondo punto si stabilisce di determinare una linea del fronte che assicuri un cessate il fuoco sostenibile, sostenuto dalle misure necessarie per stabilizzare la situazione sul terreno e normalizzare la vita quotidiana a Tripoli e in altre città, mettendo fine a tutte le azioni offensive, per una de-escalation delle tensioni militari. Per stabilire questo confine la bozza di accordo prevede di designare i membri di una commissione militare in formato 5+5, nel solco del piano d’azione Unsmil (la missione delle Nazioni Unite in Libia). Tale commissione dovrebbe definire la linea di controllo dei combattimenti fra le differenti forze in campo, controllare l’applicazione del cessate il fuoco ed assicurarne la sostenibilità. Poi ci sono i passi successivi al consolidamento della tregua: ossia la creazione di gruppi di lavoro per elaborare attraverso negoziati le modalità dell’accordo politico intra-libico, la soluzione dei problemi umanitari e il percorso di ripresa economica del paese. C’è anche la questione umanitaria: al punto tre si chiede di assicurare la consegna degli aiuti e l’assistenza ai cittadini che ne hanno bisogno.

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