Trenitalia. 27 arresti per gare d’appalto ‘truccate’

Gli agenti della squadra mobile di Firenze stanno eseguendo in queste ore 27 misure di custodia cautelare nei riguardi di altrettanti imprenditori e funzionari di Trenitalia. Gli indagati sono ritenuti responsabili di aver inquinato e truccato il sistema degli appalti di Trenitalia Spa. Tra i reati contestati, corruzione, turbata libertà degli incanti, abuso di ufficio e accesso abusivo alle banche dati riservate di Trenitalia.  L’operazione, denominata ‘Espresso 2’, è il risultato della seconda tranche dell’inchiesta sugli appalti truccati di Trenitalia e dell’azienda di trasporti campana Sepsa, nell’ambito della quale nell’ottobre del 2011 sono state arrestate 15 persone e indagate 42, accusate di aver pilotato gare relative alla fornitura di accessori per la manutenzione dei treni.  Secondo le indagini compiute dalla Polfer, le imprese fornitrici di beni e servizi ferroviari al centro dell’inchiesta avevano fatto ‘cartello’’costituendo un ‘sindacato di blocco’e riuscendo così a controllare la spartizione degli appalti pubblici grazie all’appoggio di alcuni funzionari di Trenitalia. Il ‘cartello’ faceva riferimento ad una azienda metalmeccanica di Modugno , in provincia di Bari, la Meis specializzata in riparazioni di macchine elettriche rotanti. Tra gli imprenditori che, secondo l’accusa, avevano accesso alla spartizione e che sono stati arrestati oggi, c’e’ anche Luciano Marzullo, di 65 anni, imprenditore, coamministratore e contitolare proprio della Meis. Nella prima trance dell’ inchiesta, nel novembre 2011, era stato arrestato l’ex amministratore responsabile e comproprietario della ditta, Guglielmo Del Vecchio, di 60 anni: per l’accusa era lui la mente di tutto. Secondo gli investigatori, dirigenti e funzionari ‘infedeli e corrotti di Trenitalia’, in cambio di ‘compensi variabili, fornivano alla cricca criminale degli imprenditori disonesti notizie riservatissime sugli appalti e le offerte’. Inoltre, ‘con modalità di vero e proprio spionaggio industriale’, sarebbero riusciti a passare ‘perfino le chiavi d’accesso ai sistemi informatici riservati dell’azienda ferroviaria’. Da qui la capacità di avere accesso agli appalti attraverso una precedente spartizione.

 

 

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