Tria e manovra 2020

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria è già proiettato sull’impegnativa manovra 2020, davanti alla quale sostiene, in un’intervista ad ‘Avvenire’, che non c’è con l’Europa “un impegno a portare il deficit all’1,8%”, quindi con maggiori margini, e rivendica tre priorità: meno tasse sul ceto medio, rilancio degli investimenti pubblici al 3% del Pil e l’esigenza di cambiare l’immagine del Paese all’estero. “Innanzitutto, non abbiamo indicato un numero specifico per il 2020, non ci siamo impegnati all’1,8%. Abbiamo detto che bisognerà continuare nell’aggiustamento strutturale tenendo conto del quadro economico – afferma Tria -. Vedremo intanto quanto sarà il deficit a fine 2019, in considerazione delle maggiori entrate e del minor “tiraggio” di reddito di cittadinanza e Quota 100, e quanto sarà l’aggiustamento strutturale realizzato, il primo degli ultimi anni, condotto in condizioni di crescita zero. Dovremo fare un grosso sforzo, anche perché dovremo rispondere alle indicazioni dateci dal Parlamento che ci ha chiesto di procedere senza aumenti di tasse, ma con misure alternative”.

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